I social sono la terra dei codardi: dagli insulti ai figli di Bonucci a quello al figlio di Pirlo

L'ultimo caso è stato denunciato dal 17enne figlio dell'allenatore della Juventus

26/04/2021 di Gianmichele Laino

I social ci hanno insegnato che, per i codardi, le “colpe” dei padri devono ricadere per forza di cose sui figli. Ma potremmo aggiungere anche sulle mogli, sui nonni, sugli zii e sui cugini. Basta essere in qualche modo imparentato con un personaggio famoso – nel mondo dello sport e dello spettacolo – per attirare automaticamente apprezzamenti e insulti, a seconda della parabola che quello stesso personaggio famoso si trova ad attraversare. Gli insulti a Niccolò Pirlo sono soltanto l’ultimo di una lunga serie di episodi. E forse, come sta per accadere in Inghilterra, sarebbe bene – anche per il calcio di casa nostra – prendersi una lunga pausa dai social network, dove ormai l’offesa e la minaccia di morte sono diventate monete di scambio per un effimero momento di celebrità. In passato – come diceva Andy Warhol – era un quarto d’ora. Adesso la rapidità della comunicazione lo ha ridotto a 15 secondi.

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Insulti a Niccolò Pirlo, la pessima abitudine sui social

Nella giornata di oggi, il figlio dell’allenatore della Juventus ha diffuso un messaggio estremamente responsabile su quello che sta diventando, per lui, frequentare Instagram. Ne avrà diritto, in quanto 17enne, oppure la sua vita (privata) deve per forza di cose essere condizionata dal risultato della Juventus la domenica precedente?

«Ogni giorno mi arrivano messaggi di augurata morte e insulti vari – ha detto, manifestando una certa forza di volontà e uno spirito critico notevole -. Vorrei chiedervi di mettervi nei miei panni per un solo secondo e chiedervi come vi sentireste. Credo che a tutto ci sia un limite e già da tempo questo limite è stato superato». Niccolò Pirlo ha mostrato ai suoi contatti il messaggio ricevuto in DM: devi morire insieme a tuo padre. A quanto pare, si tratta della quotidianità: è giusto per un ragazzo di 17 anni vivere con una pressione addosso che non dovrebbe appartenergli?

E immaginate quello che aveva provato Leonardo Bonucci (per lui era una fase interlocutoria della carriera, il passaggio non troppo riuscito dalla Juventus al Milan, con tanto di ritorno alla base) quando si era visto recapitare in bacheca tutti quei messaggi odiosi nei confronti del figlio che aveva attraversato seri problemi di salute. La gente vomita insulti e nemmeno se ne rende conto. Forse è il tempo di prendersi una pausa.

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