Huawei sarebbe coinvolta più di quanto non abbia mai ammesso nella sorveglianza in Cina

La conclusione e frutto dell'inchiesta del Washington Post su Huawei ottenuta dopo aver visionato una serie di documenti riservati dell'azienda

15/12/2021 di Ilaria Roncone

L’era delle inchieste dei grandi quotidiani sulle aziende tecnologiche e delle telecomunicazioni più grandi al mondo continua. Dopo i Facebook Papers analizzati dal Wall Street Journal, ora è il turno di documenti Power Point classificati come “riservati” – pubblicati su un sito pubblico di Huawei e rimossi poco dopo – finiti nelle mani dei giornalisti del Washington Post. Dall’analisi nata dalla consultazione delle carte che sfocia nell’inchiesta Huawei Washington Post emerge, innanzitutto, come il colosso avrebbe sempre avuto un ruolo maggiore di quanto abbia mai affermato nell’ambito di sistemi di sorveglianza e di tracciamento della popolazione cinese voluti dal governo.

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Inchiesta Huawei Washington Post, il coinvolgimento attivo nel controllo dei cinesi

Come emerge dall’articolo pubblicato dal quotidiano statunitense, finora Huawei ha sempre negato di aver «sviluppato o venduto sistemi che possano essere in grado di prendere di mira un gruppo specifico di persone» ma – secondo i documenti – la realtà è che l’azienda avrebbe avuto un ruolo attivo « in cinque aree di sorveglianza portate avanti dal governo cinese: analisi della voce, monitoraggio dei centri di detenzione, localizzazione di individui politici ‘di particolare interesse’, sorveglianza nella regione del Xinjiang, monitoraggio aziendale di dipendenti e clienti».

Per ora il colosso cinese ha solo fatta sapere che non era a conoscenza di quanto menzionato dal Washington Post, ribadendo di aver fornito servizi di piattaforma cloud «come tutti gli altri principali fornitori, conformi agli standard comuni del settore». Nel corso degli anni non sono pochi i governi occidentali che hanno evitato di installare reti 5G per paura della possibilità che Huawei raccogliesse i dati sensibili dei cittadini in maniera poco trasparente. Il Washington Post va a identificare delle discrepanze tra quanto Huawei ha sempre sostenuto e quella che, secondo i documenti esaminati, è la realtà.

Huawei coinvolta negli abusi contro gli uiguri

La sorveglianza dello Xinjiang coinvolge gli uiguri, gruppo etnico di religione musulmana perseguitato dal governo cinese. Secondo quanto emerso, Huawei sarebbe coinvolta nella produzione delle tecnologie che vengono impiegate nei campi di rieducazione degli uiguri. L’attività sarebbe avvenuta in collaborazione con iFlytek, società cinese di intelligenza artificiale che nel 2019 è stata accusata dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti di aver violato i diritti umani a danno degli uiguri.

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