“In pensione me ne vado all’estero”

DALL’ALBANIA AL KENYA – Torniamo in Europa, e più precisamente in un Paese molto simile sia geograficamente sia climaticamente al nostro sud, ovvero l’Albania. Lontana solo 90 chilometri da Otranto, potrebbe rappresentare un ottimo buen retiro. Il ristorante sta a 3 euro e 12, le utenze base a 74 euro, il cinema costa 3,33 euro, i vestiti mediamente hanno un prezzo ridotto del 40 per cento mentre l’affitto si attesta sui 440 euro al mese. Andiamo ora in Africa in una meta parecchio ambita dai pensionati nostrani, ovvero il Kenya e più precisamente Mombasa. Ristoranti: 3,15 euro. Utenze: 39,85. Cinema: 4,92. Vestiti: risparmio del 60 per cento. Affitto: 309 euro.

VITA DA NABABBI, MA… – Il nostro potenziale pensionato con 1000 euro riuscirebbe a fare una vita più che discreta. E nel nostro conto non abbiamo considerato l’uso di un taxi, il quale verrebbe a costare meno di circa il quaranta per cento rispetto a quello che costerebbe una corsa a Milano città. Allora se si affittasse o vendesse la propria casa per poter rifarsi una vita, visto il costo della stessa, un pensionato farebbe una vita da nababbo. In fondo abbiamo preso in considerazione quelle che sarebbero le voci di spesa principali di un pensionato all’estero: spese fisse per la casa, abbigliamento, svago ed alimentazione. Eh, è facile. Ci sono un sacco di variabili di cui bisogna tenere conto. Variabili presentate da Fuerteventura Resort.

ADDIO PASSATO – Un trasferimento all’estero richiede almeno due anni di preparazione. Insomma, si deve voler davvero andare via. Non basta la scusa di risparmiare due lire. Bisogna pensare agli affetti, agli amici, alla famiglia. Si è vero, al ristorante si paga meno, ma come la mettiamo con la lontananza? Andare in pensione all’estero significa lasciare il Paese in cui si è nati e cresciuti e bisogna voler davvero tagliare i ponti con il passato, altrimenti diventa una spiacevole agonia. 

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