Il concetto di “replica digitale” (anche relativamente alle comparse)

Nel documento che il sindacato degli sceneggiatori e attori americani (SAG-AFTRA), si fa riferimento a questo aspetto fondamentale sull'accordo che ha posto fine allo sciopero

16/11/2023 di Enzo Boldi

L’accordo, ancora non approvato definitivamente, strappato dal sindacato degli attori e degli sceneggiatori americani (SAG-AFTRA) all’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), non riguarda solamente i salari. La mobilitazione che ha bloccato l’intera filiera produttiva di Hollywood, iniziato lo scorso luglio e che si è concluso ufficialmente nella notte tra il 9 e il 10 novembre, aveva messo al centro anche il tema degli usi e degli abusi dell’intelligenza artificiale dentro e fuori dai set. Ed è per questo che nella proposta di accordo tra le parti (ora sottoposta al voto degli oltre 170mila iscritti al sindacato) si fa riferimento a un concetto fondamentale per il futuro della produzione cinematografica: la replica digitale. Anche per quel che riguarda le comparse.

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All’interno del suddetto documento messo ai voti, vengono definite le linee guida per una convivenza “pacifica” tra sceneggiatori/attori e strumenti di intelligenza artificiale utilizzati dai produttori di film, serie tv e produzioni televisive.

Nei dettagli, oltre alle definizioni, vengono specificate le best practices che i produttori dovranno seguire nell’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale e i “diritti” che gli attori (comprese le comparse) devono rivendicare in caso di uso dell’AI sul set.

Replica digitale e AI, di cosa stiamo parlando

Cosa si intende per replica digitale? Si tratta di figure “umane” generate (create) durante l’impiego di un interprete con la sua partecipazione fisica e utilizzate per ritrarre lo stesso interprete in scene che non ha effettivamente girato. Dunque, per fare un esempio: attraverso l’AI si possono utilizzare le “fattezze” di un attore in formato digitale (apparentemente “naturali”) e inserirle in scene in cui quello stesso attore non è in scena. Fatta questa premessa, andiamo a scoprire cosa prevede l’accordo raggiunto dal sindacato. E lo faremo partendo dalla necessità del consenso da parte dell’interessato (quindi con clausole ad hoc sancite dal contratto tra le parti):

  • Consenso obbligatorio degli artisti interpreti per la creazione e l’utilizzo delle loro repliche digitali.
  • Il consenso non ottenuto prima della morte deve essere ottenuto da un rappresentante autorizzato o dall’Unione.
  • Contratti chiari con una descrizione ragionevolmente specifica dell’uso.
  • Requisiti di consenso aggiuntivi per l’utilizzo in altri progetti.

Quattro punti focali a cui si aggiungono le linee guida da seguire per quel che riguarda un’adeguato compenso anche per l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale:

  • Gli artisti interpreti hanno generalmente diritto a un risarcimento per la creazione e l’uso delle repliche e per il loro uso in altri progetti o su altri media.
  • Questo diritto vale anche per altri indennizzi, come quelli relativi ai contributi pensionistici e alle spese per l’assistenza sanitaria.

L’utilizzo dell’AI, dunque, non sarà più solamente a discrezione della produzione. Gli attori e gli sceneggiatori avranno non solo voce in capitolo, ma anche il diritto di ricevere un compenso. Il tutto, ovviamente, deve seguire alcuni aspetti fondamentali a livello di contrattazione trasparente:

«È necessario ottenere un consenso chiaro e visibile per alterare digitalmente la performance dell’esecutore materiale precedentemente registrato, a meno che non rimanga sostanzialmente come da copione, esecuzione e/o registrazione. I produttori forniranno una descrizione ragionevolmente specifica delle modifiche previste. Se i movimenti labiali o facciali vengono alterati per far sembrare che un attore di sfondo stia parlando e viene aggiunto un dialogo, verrà aggiornato da un “day performer». 

Vincoli che, dunque, non sono derogabili affinché ci sia una convivenza tra gli attori, gli sceneggiatori e l’intelligenza artificiale. Dentro e fuori dal set.

Il tema delle comparse

Altro aspetto molto interessante all’interno del documento condiviso dal sindacato SAG-AFTRA con i suoi oltre 170mila iscritti, riguarda le comparse.

Parliamo, dunque, delle cosiddette comparse che, in gergo cinematografico/americano si chiamano “background actors“. Anche per loro sono previsti degli accordi con i produttori, visto che l’AI è in grado – per esempio – di moltiplicare una folla di persone rendendola molto più ampia rispetto alle persone realmente impiegate sul set. Anche in questo caso è richiesto un consenso esplicito ai partecipanti e, soprattutto, l’intelligenza artificiale potrà solo essere un corredo: è necessario il coinvolgimento di comparse. Dunque, non può essere tutto artefatto digitalmente.

  • Le repliche digitali non possono essere contate per raggiungere il minimo sindacale di comparse presenti sul set.
  • Le repliche digitali non possono essere utilizzate per evitare la chiamata delle comparse
  • Il tempo impiegato per creare una replica digitale conta come orario di lavoro e dev’essere retribuito di conseguenza.
  • Una comparsa che viene chiamata sul set solo per essere duplicata, viene pagata per l’intera giornata di lavoro.
  • Se la replica digitale viene poi usata per coprire un ruolo principale, la comparsa viene pagata come un attore per quel giorno e per tutti i giorni in cui si stima che avrebbe potuto lavorare in quel ruolo.

Questi sono i punti focali dell’accordo, relativo all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che ha messo la parola fine sullo sciopero di Hollywood.

 

 

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