Il Cacciatore, Francesco Montanari e il cast presentano la serie | Video
13/02/2020 di Thomas Cardinali
Torna Il Cacciatore su Rai 2, una serie in grado con la sua prima stagione di lanciare definitivamente la Rai nel mercato internazionale e di vincere addirittura un premio al Cannes Series con Francesco Montanari. Proprio la superba interpretazione dell’attore nei panni di Saverio Barone è un plus notevole alla storia, che si avvale anche del libro ispirato alla vita del magistrato Alfonso Sabella da lui stesso scritto e sulle cui vicende è basata la storia vera del pm televisivo.
È una serie importante perché parte da fatti veri ripercorrendo passaggi cruciali della guerra dello stato contro la mafia, ma è innovativa per il modo di raccontare. Il protagonista Barone in questa serie è spinto dalla rabbia contro quello che i mafiosi sono capaci di fare. Non tace quanto sia terribile la ferocia di questa mafia che riporta una verità nella denuncia di quello che quel che è stato. C’è una grande qualità ed è una serie che è assolutamente in linea con la serialità che viene proposta a livello internazionale.
Francesco Montanari dunque torna nei panni del pm palermitano e lo fa con la consapevolezza di trovarsi davanti ad un uomo profondamente cambiato, in cui il dolore supererà il desiderio e l’ambizione: “Questa stagione è profondamente dolorosa perché Saverio Barone fa i conti con il suo più grande fallimento, la promessa di portare a casa il piccolo Di Matteo. Saverio Barone entra davvero in un inferno come quello dantesco e chi ne fa le spese sono le persone che gli sono accanto come la moglie e Carlo Mazza”.
Poi continua spiegando i grandi cambiamenti che il suo personaggio affronterà dopo la brutale svolta delle indagini: “Lui vuole solamente vendetta, arriva a mettere a repentaglio le indagini pur di ottenerla. Esistono anche i fallimenti durante la caccia ai brusca, arrestarli per Alfonso non è stato facile nella realtà e quindi non è stato semplice neppure per noi nella serie. Questo personaggio ha cercato di chiedere un perdono a chi non potrà mai darglielo perché il piccolo è morto, però ci tengo a dire che questo prodotto non è solo una trasposizione di fatti accaduti ma anche di entertainment. Regala un grande divertimento e ci tiene attaccati al seggiolino riuscendo a veicolare grandi messaggi”.
Francesco Montanari conclude spiegando perché Il Cacciatore riesce a creare un feeling con il pubblico: “Io sono un attore seriale, ho spesso fatto serie tratte da storie vere. Siccome questa non é la storia di Alfonso Sabella, ma è ispirata ad un libro a sua volta ispirato alla sua vita. Nella prima stagione ho lavorato tanto con la mia voglia di auto affermazione, nella seconda avevo molto più dolore perché dovevo scontrarmi col fallimento data la tragedia che tutti conoscete. Nel finale di puntata si uccide il bambino, non è spoiler perché questa è storia, questo avviene mentre noi siamo a Taormina nell’unico giorno libero che ci prendiamo in due stagioni. A quel punto avviene un crollo emotivo che porta ad un terribile senso di colpa. La forza de Il Cacciatore è che questa è una vera serie, perché la fiction è stereotipo mentre qui è archetipo. Nella serie uno vede persone fallibili e quindi crea empatia”.
Sullo stesso avviso è il regista della serie Davide Marengo: “La serie è una continuazione esatta dalla prima, quando Saverio Barone sussurra alla futura moglie ‘l’ho preso e so dov’è’. Lui lo sa davvero dov’è Giovanni brusca e la sua ossessione è di salvare il piccolo Giuseppe Di Matteo. Sottolineo l’enorme lavoro di scrittura con gli attori, le parole scritte vengono da loro e si sono ispirati all’incredibile vita di Alfonso Sabella. Non volevamo fare sparatorie fighe, ma raccontare con rispetto cose davvero accadute che sembrano quasi forzature”.
Alfonso Sabella: “Il Cacciatore è una storia di vincitori, quegli italiani che hanno sconfitto la mafia”
La storia come detto è ispirato al libro del magistrato Alfonso Sabella, che nel romanzo e nella serie sceglie come nome del personaggio utilizzato per raccontare le sue vicende quello di Saverio Barone: “È molto più simile a me in questa seconda stagione, nella prima era spocchioso e un po’ stronzetto. Cioè come sono oggi rispetto a com’ero all’epoca (ride ndr). Francesco non mi ha mai voluto conoscere prima di costruire il personaggio durante le riprese, in questa seconda stagione c’è lo spartiacque del mio fallimento tra 11-12 gennaio del 1986 quando non ho salvato la vita al piccolo Di Matteo. Ho la consapevolezza razionale di aver fatto di tutto per riconsegnare quel bambino, ma ogni tanto l’irrazionalità mi porta a dire ma. Quando facciamo irruzione nel covo di brusca scopriamo che il piccolo è stato ucciso la sera prima, ma lui aveva dato ordine di ammazzare immediatamente il bambino e quindi nonostante il dubbio mi assalga ancora oggi so in cuor mio che non potevo fare nulla”.
Alfonso Sabella poi sottolinea come la storia de Il Cacciatore sia in realtà non quella di una sconfitta, ma dell’orgoglio dei successi perpetrati dal nostro paese contro la mafia: “Non è una stagione di sconfitti, ho scritto il libro e spinto tanto per fare la serie perché questa è una storia di vittoria per il nostro paese. Noi abbiamo preso e ridotto cosa nostra alla terza più pericolosa d’Italia. Non ricordare questi successi è qualcosa di davvero grave, quando lo stato ha voluto vincere la guerra l’ha vinta. Se il Falcon 30 che mi è stato messo a disposizione successivamente e la tecnologia elevatissima li avessero avuti Falcone e Borsellino forse a questo tavolo ci sarebbero nonno Giovanni e nonno Paolo”.
Il magistrato poi continua: “Questo prodotto è straordinario perché, a differenza de Il Padrino, non mostra la fascinazione del male. Era incredibile come tante donne normali scrivessero a Riina perché innamorate di lui, era inconcepibile. Sono grato alla produzione per aver fatto una serie vera. Nella terza stagione se la faremo inserirò anche Ostia, non aver potuto fare nulla quando ho lavorato lì nel 2015 è uno dei miei rimpianti. Purtroppo a Palermo ho avuto 7 anni, sul litorale di Roma che ha un potenziale straordinario e viene deturpato solo 4 mesi”.
Un altro dei protagonisti de Il Cacciatore è Francesco Foti: “Carlo Mazza ha promesso che se ne andrà dopo aver catturato Brusca, ma mazza sentirà il peso per tutta la stagione di questa promessa e deve dirlo a barone. Ama la sua famiglia quanto il lavoro, per questo si porterà dentro questo confronto continuità. Tra fratelli i rapporti sono molto importanti e si scava nella psicologia dei personaggi. Gli si danno un sacco di occasioni per mettersi in gioco e cercare di risolverle, con Francesco è nata un’amicizia fraterna e tutti siamo andati così dritti verso questa direzione che è incredibile”
La terza stagione è già in fase di scrittura, ma l’eventuale ordine di Rai Fiction avverrà soltanto dopo gli ascolti della seconda stagione.
La Trama de Il Cacciatore 2
La seconda stagione de “Il Cacciatore” racconta la sfida tra il giovane PM Saverio Barone (Francesco Montanari) e il boss Giovanni Brusca (Edoardo Pesce), capo di Cosa Nostra, l’uomo che si è occupato della detenzione di Giuseppe Di Matteo e che tiene segregato il bambino da qualche parte nel suo immenso territorio. Saverio Barone ha ricevuto dal pentito Tony Calvaruso (Paolo Briguglia) la posizione esatta del nascondiglio di Brusca e si sente ormai a un passo dall’arrestarlo e dal mantenere la promessa di riportare a casa quel bambino. All’inizio di questa seconda stagione ritroviamo un Saverio Barone diverso, più maturo, che ha imparato a coniugare l’ossessione lavorativa con la vita familiare insieme a Giada (Miriam Dalmazio) e a sua figlia Carlotta. Anche Carlo Mazza (Francesco Foti), collega e ormai miglior amico di Saverio, si sente a un passo dal momento in cui anche per lui cambierà tutto. Arrestare Brusca significa mantenere una promessa che ha fatto a sua moglie Teresa (Rosalba Battaglia) tre anni prima: nel momento in cui avrebbe arrestato l’assassino del suo amico Giovanni Falcone avrebbe lasciato l’antimafia. E ora che quel giorno sembra vicino Carlo è in difficoltà, anche perché non ha ancora detto nulla a Saverio e non è sicuro di come la prenderà. E poi, Carlo è davvero pronto a lasciare? Equilibri interiori e familiari, tanto preziosi quanto delicati. È una caccia, quella a Giovanni Brusca, dura, feroce, avvincente ma anche terribilmente dolorosa, che rischia di distruggere tutto. Toccherà a Giada, di nuovo, provare a salvare suo marito, con uno sforzo d’amore totale. “Il Cacciatore” racconta la lotta alla mafia da entrambi i lati del fronte di guerra: i magistrati, ma anche i mafiosi. I cacciatori e le prede. E la preda numero uno, in questa seconda stagione, è Giovanni Brusca.
Non ci resta che attendere il 19 febbraio per vedere su Rai 2 il ritorno de Il Cacciatore.