Iacopo Melio: «Nel lockdown ansia e tristezza, ora ripartiamo con i controlli. La candidatura? Non cambierò mai rotta»

Abbiamo intervistato l'attivista e freelance pronto per la sua candidatura alle regionali in Toscana

03/08/2020 di Redazione

Frenetica la vita del candidato alle elezioni regionali. Agenda fitta di impegni, a maggior ragione se – a causa dell’emergenza coronavirus – la campagna elettorale sarà condotta interamente da casa. Iacopo Melio, però, trova il tempo per rispondere alle domande di Giornalettismo. Ci sono le elezioni regionali in Toscana da preparare, è vero: la notizia degli ultimi giorni è la sua candidatura come capolista del Partito Democratico nel collegio di Firenze. Ma ci sono tanti temi da affrontare, in un periodo storico di rara intensità. Sono i suoi temi, quelli che ha sempre trattato con sincerità e con franchezza, attuali ancor di più ora che siamo usciti da poco dal lockdown.

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Il lockdown vissuto da Iacopo Melio

A proposito di lockdown, come lo ha vissuto Iacopo Melio? «Male, nel mio caso con una paura ulteriore perché ammalarmi di Covid significherebbe rischiare la vita, e questo genera una situazione di ansia costante, è inevitabile – ha affermato a Giornalettismo -. Oltre a questo, si è aggiunta la tristezza del non poter svolgere pienamente il mio lavoro, dando voce a tantissime altre situazioni di profonda fragilità che sono emerse in quarantena: basti pensare all’aumento di violenze domestiche, alle famiglie numerose che vivono in spazi ristretti, alle persone con disabilità mentale che non avevano nemmeno un giardino dove uscire, all’assistenza domiciliare sospesa,alla solitudine degli anziani, alla didattica a distanza che non sempre ha funzionato, alla tecnologia e alla rete che ancora oggi non sono a disposizione di tutti quando invece anche internet dovrebbe essere una risorsa democratica per lo studio, il lavoro e tanto altro…Insomma ognuno ha vissuto la propria battaglia difficile, e per molti non è ancora finita».

Quello di cui non si è parlato abbastanza, in questo periodo di Covid-19, è il rapporto tra il lockdown e la disabilità. Un aspetto che le istituzioni hanno preso poco in considerazione: «Mi sarei aspettato una maggior presenza, e invece le persone con disabilità e le loro famiglie non sono state sufficientemente supportate. Non ci sono stati aiuti per i caregiver, ad esempio sul fronte lavorativo; molti servizi domiciliari come quelli di tipo socio-sanitario sono stati interrotti; la didattica a distanza, soprattutto laddove ci sono problemi di tipo mentale o di apprendimento, ha portato a degli importanti regressi. Insomma, persone lasciate sole, spesso in appartamenti piccoli e senza spazi esterni, a gestire situazioni talvolta incontrollabili».

Ora ci dicono che è quasi finita. Anche se il post lockdown sembra ancora una gigantesca cosa indistinta. Un concetto, più che un insieme di fatti e azioni che possano aiutarci a riprendere la vita di tutti i giorni. Iacopo Melio vede ancora qualche aspetto non proprio chiarissimo: «Benissimo essere ottimisti e riprendere in mano le nostre vite e la nostra quotidianità, ridando il via alle attività commerciali e facendo ripartire l’economia – afferma -. Ma a parer mio ci sono pochi controlli, e questo porta a decisioni che vanno a discapito di chi manda avanti un’attività nel rispetto delle regole. C’è poi una parte della politica che non sta dando il buon esempio: comizi con centinaia di persone radunate in piazza e assembramenti vari, senza indossare o addirittura disincentivando l’utilizzo della mascherina. È chiaro che questo porta ad una diminuzione drastica della percezione del rischio, quando in realtà la curva dei contagi ci dice che non possiamo permetterci leggerezze».

La disabilità e la ripresa post Covid, le proposte di Iacopo Melio

Critico con la soluzione dei banchi con le rotelle, Iacopo Melio nota anche altri aspetti delle norme sulla ripresa che possono risultare complessi per persone con disabilità: «Un chiaro esempio può essere il settore lavorativo. Dobbiamo costruire una società sempre più abituata all’utilizzo delle tecnologie e aperta allo Smart Working laddove sia possibile. Andare a lavorare oggi, per chi ha una disabilità importante come me, può essere un grosso problema. Se io non avessi la fortuna di lavorare come freelance da casa sarei disoccupato. E questo è inammissibile in un Paese civile che si dice fondato sul lavoro e che vuole tutelare le minoranze».

Queste battaglie le porrà al centro della propria campagna elettorale, iniziata da qualche giorno: «Direi che siamo partiti in modo molto positivo, oltre ogni previsione. Avevo molta paura della reazione di chi mi segue da tempo, invece è stata compresa la necessità e il valore del provare a concretizzare tutto ciò che in questi anni ho realizzato, a livello di battaglie per i diritti umani e civili, portando certi temi laddove si può decidere davvero: nelle Istituzioni. Certo, c’è ancora tanto da fare per conquistare la fiducia dei cittadini di Firenze (la mia circoscrizione), ma sono sicuro che avremo tempo e modo per ascoltare i bisogni di tutti e farci carico delle loro idee e dei loro suggerimenti».

La campagna elettorale di Iacopo Melio alle regionali in Toscana

Dopo otto giorni dall’annuncio della sua candidatura è arrivato anche il primo commento di un hater. All’inizio Iacopo Melio ci ha scherzato su e ha detto che l’insulto è arrivato più tardi di ogni più rosea previsione. Ma non crede che gli haters del web si siano per questo ammorbiditi: «Anzi – ci dice -. L’entusiasmo che si è sollevato in tutta Italia per la mia candidatura inaspettata li ha forse spiazzati, ma la cultura dell’odio è ancora forte e appena si accorgeranno che mi sono effettivamente candidato per rafforzare il ruolo della Toscana come capofila dei diritti, non mi risparmieranno attacchi e critiche, come prima se non di più, nonostante molti non avranno nemmeno idea del cambiamento e delle proposte che vorrei portare».

Proposte che entreranno direttamente nelle case dei fiorentini: la sua campagna elettorale sarà completamente online, utilizzando al massimo la tecnologia che «ci permette di abbattere muri e distanze» e che verrà impiegata «per abbracciare più persone possibili ed arricchire, insieme a loro, un programma già pieno di proposte». Iacopo Melio è pronto. Sa che la sfida sarà complessa e, allo stesso tempo, intrigante: «Ma se c’è qualcosa che proprio non farò durante questa campagna elettorale – conclude – sarà cambiare rotta. Come in questi sei anni di attivismo, le mie idee e i miei valori resteranno sempre gli stessi. “In direzione ostinata e contraria”, se necessario». Un cenno a De Andrè in chiusura, come nella migliore delle tradizioni.

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