La Turchia accusa la guardia costiera greca di aver tentato di affondare un gommone con a bordo migranti | VIDEO

02/03/2020 di Enzo Boldi

L’accusa mossa da Ankara alla Guardia costiera greca è molto pesante e sarebbe confermata da un filmato che le stesse autorità turche hanno diffuso nelle ultime ore. Un gommone con a bordo una trentina di migranti è stato intercettato dai militari ellenici che, dopo aver rischiato di farlo rovesciare passando a forte velocità con la propria motovedetta al fianco dell’imbarcazione ha ripetutamente colpito il gommone nel tentativo di farlo affondare. E verso i migranti è stato aperto anche ripetutamente il fuoco. Secondo le ricostruzioni, uomini e donne sarebbero stati poi soccorsi dai militari turchi. A bordo un ferito da un colpo d’arma da fuoco.

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Le immagini diffuse dal giornalista britannico di Sky News, Mark Stone, sono molto forti e impressionanti. Per questo motivo si invitano le persone più sensibili a non guardare il filmato.

La guardia costiera greca tenta di affondare un gommone

Il filmato che denuncia il comportamento della Guardia costiera greca risalirebbe alle 7.26 della mattina di lunedì 2 marzo 2020. Nelle immagini si vede il gommone che prima viene sfiorato dalla motovedetta militare e poi raggiunto da un’altra imbarcazione. Poi i militari accerchiano l’imbarcazione e la portano a sbattere contro la motovedetta. E da lì si vedono bastoni appuntiti che provano a colpire migranti e tentare di far affondare l’imbarcazione. E mentre provano ad allontanarsi ecco arrivare colpi di arma da fuoco – un fucile automatico in dotazione ai militari della Guardia costiera greca – che, secondo i racconti, hanno anche raggiunto le persone a bordo ferendo un uomo.

Il video diffuso da Ankara

Il tutto è avvenuto nella prima mattinata di oggi a largo delle coste di Budrum (Turchia), mentre il gommone con a bordo una trentina di profughi era diretto verso l’isola greca di Kos. Il filmato, secondo quanto dichiarato, è stato diffuso dalle autorità di Ankara.

(foto di copertina e video da profilo Twitter di Mark Stone)

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