Un governo diviso e la soluzione dei lockdown in alcune regioni e comuni

I contagi preoccupano il governo, che vorrebbe salvaguardare la scuola

31/10/2020 di Federico Pallone

È finito in tarda serata il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte i capi delegazione e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sul dossier scuola e sul possibile nuovo lockdown in Italia. Un confronto, dove in sostanza «ognuno è rimasto nelle proprie posizioni» e nessuna decisione è stata presa. La riunione era stata richiesta dalla stessa Azzolina, in accordo col capo del governo, per fare il punto sul dossier dopo le misure più restrittive, con l’introduzione della Dad, messe in campo da diverse Regioni. «Per il governo la scuola è un presidio fondamentale», ribadiscono fonti di Palazzo Chigi al termine della riunione. «Sulla scuola si deciderà quando il governo opterà per ulteriori misure anti-Covid», spiegano fonti qualificate di governo senza specificare quanto il premier passerà alla nuova stretta. «Potrà essere domani, tra una settimana o tra due settimane», spiegano le stesse fonti. Il destino della scuola è strettamente legato al tipo di lockdown che metterà in campo il governo, se i contagi continueranno a crescere in maniera esponenziale: se sarà un lockdown – più morbido rispetto a quello di marzo – nazionale o saranno mini-lockdown locali per le zone più a rischio.

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Il presidente del Consiglio frena su un lockdown generalizzato, vorrebbe aspettare perlomeno qualche giorno. Sia per vedere gli effetti degli ultimi provvedimenti, sia per cercare una larga condivisione in Parlamento e nel Paese su uno scenario di chiusura. Per ora, quindi, sono le regioni a muoversi. Il 4 novembre sono previste le comunicazioni del presidente del Consiglio Conte alle Camere. L’ipotesi è che la decisione del governo su una ulteriore stretta possa arrivare proprio per quella data, qualora la curva del contagio non dovesse rallentare. Gli scienziati e il ministro della Salute Roberto Speranza premono affinché ulteriori decisioni non arrivino troppo tardi. Il cosiddetto ‘scenario 4‘ evidenziato dai virologi porterebbe ad una stretta su tutto il territorio nazionale lasciando aperti soltanto i cosiddetti ‘servizi essenziali’. Nel governo, però, non si esclude ancora di agire attraverso zone rosse o con lockdown regionali e limitando gli spostamenti tra regioni.

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