Google ti avvertirà se ci sono pochi e inattendibili risultati sulla tua ricerca
Quando si iniziano a diffondere trend in rapida evoluzione, il motore di ricerca fa partire un alert
27/06/2021 di Gianmichele Laino
Parte un trend di ricerca su Google perché si sta diffondendo una voce (facciamo un esempio: un avvistamento di ufo in Galles – non casuale perché è proprio quello di cui ha parlato uno dei portavoce di Google Danny Sullivan). Ne parlano i primi quotidiani e blog che riescono a intercettare questi trend prima degli altri. Compaiono i primi articoli sul motore di ricerca. Ma a Google questo potrebbe non bastare: e allora mostrerà un avviso con cui avviserà l’utente della limitata disponibilità di articoli che parlano del fatto su cui vuole avere notizie. E avverte anche della possibilità che i pochi risultati a disposizione potrebbero non essere completamente affidabili.
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Google e mancanza di fonti sicure per un trend
È l’ennesimo tentativo di proporsi come giudice unico di ciò che naviga in rete, dietro la maschera – in realtà – della lotta alla disinformazione. L’avviso crea immediatamente un pregiudizio nell’utente che sta affrontando quella ricerca, ma non è detto – anche se il tool deve ancora essere perfezionato – che un trend non sia vero o verificabile anche se, all’inizio, la notizia che porta con sé non è molto diffusa. Si pensi al grande valore che, ad esempio, hanno i quotidiani locali rispetto a informazioni che partono da un territorio e che diventano di dominio pubblico soltanto in un secondo momento. O al ruolo stesso che hanno i social network nella diffusione di notizie a partire da singoli utenti. Non è escluso, quindi, che possa esserci un cortocircuito.
In ogni caso, la nuova iniziativa di Google che attualmente è ancora in fase di test è stata salutata positivamente da tutta la comunità dell’informazione internazionale. La prima ad accorgersi che qualcosa stava cambiando è stata – il 23 giugno scorso – la ricercatrice dello Stanford Internet Observatory Renee DiResta:
First time I’ve seen this response from Google Search. Positive step to communicating that something is newsy/breaking (my search was for a breaking culture war story), and highlighting that facts are not all known or consensus on what happened is still being formed. pic.twitter.com/kdv4OAHRlw
— Renee DiResta (@noUpside) June 23, 2021
Due giorni dopo, è stato lo stesso Google a confermare l’applicazione nel nuovo avviso agli utenti. L’avviso tende a comparire per le ricerche con molti risultati recenti, ma pochi che provengono da siti affidabili. «Abbiamo addestrato i nostri sistemi – ha detto Sullivan – a rilevare quando un argomento è in rapida evoluzione e una serie di fonti non è ancora stata valutata. Ora mostreremo un avviso indicando che potrebbe essere meglio controllare in un secondo momento, quando potrebbero essere disponibili ulteriori informazioni da una gamma più ampia di fonti».
Se da un lato questa innovazione potrebbe essere un argine efficace contro le fake news, dall’altro potrebbe svilire la portata dello scoop giornalistico, soprattutto se effettuato da testate o progetti editoriali minori, dove comunque lavorano professionisti dell’informazione. Prima di diffondere questo aggiornamento, Google dovrebbe mostrare i criteri con cui valuta la portata delle sue fonti. E la loro affidabilità.