Questa volta il Piracy Shield l’ha combinata davvero grossa
Il blocco di un dominio di Google Drive e altri problemi. La legge è scritta male, ma applicata anche peggio
26/10/2024 di Redazione Giornalettismo

Finora era toccata a piccoli soggetti, le cui proteste erano arrivate a solcare solamente i confini di alcune nicchie social (su X e LinkedIn) e su qualche testata specializzata – come Giornalettismo – nel tech e nel mondo digitale. Quel che, però, è successo nel tardo pomeriggio di sabato è stato quel danno collaterale che (cerchiamo un lato positivo) ha portato all’attenzione di tutti (anche grazie a una discreta copertura mediatica) i preoccupanti e realissimi problemi legati al sistema della piattaforma anti-pirateria. Il blocco improvviso – durato diverse ore – di un dominio ufficiale di Google Drive legato a una segnalazione su Piracy Shield resterà per sempre come la punta dell’iceberg di tutti i problemi di una legge scritta malissimo e di un sistema che funziona malissimo.
Google Drive-Piracy Shield, il grande caos
Un errore, evidente. La segnalazione ha portato al blocco istantaneo del servizio di Google in Italia. Gli utenti e le aziende, dunque, non hanno potuto scaricare – per ore – i propri documenti caricati sull’archivio in cloud messo a disposizione dall’azienda di Mountain View. E ci sono volute molte ore affinché tutto tornasse (quasi) alla normalità. AGCOM prosegue nel suo “tuttapostismo”, dando la colpa a Big G per l’assenza di quel dominio nella “White List”. I problemi, però, sono molto più profondi: il sistema non prevede l’esistenza di un organo di controllo che valuti istantaneamente la validità della segnalazione.
Ma questa non è l’unica cosa accaduta in quelle stesse ore. Nello stesso weekend, infatti, è stato bloccato anche un servizio di CDN (Imperva/Incapsula) utilizzato, ad esempio, da Open Fiber o da Vodafone. Eventi figli dell’approssimazione di una legge e della sua applicazione. E, infatti, quel che è successo nelle ultime ore è un grande data breach, provocato dallo Stato.
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