Lucaselli (FdI): governo vuole «far passare i giovani italiani come untori del Covid» con una «campagna di colpevolizzazione»
La deputata di FdI difende i giovani italiani e attacca gli immigrati
10/08/2020 di Ilaria Roncone
La nota della deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli – in parte condivisa anche tramite social – accusa il governo di essere «impegnato a far passare i giovani italiani come untori del Covid» in un’opera cinica che non mira ad altro che «sfruttare la pandemia per rimanere in piedi». Arriva anche il parallelismo con la situazione della Caserma Serena di Treviso, salita alla ribalta delle cronache nell’ultimo periodo per via del focolaio individuato tra le persone che ci vivono.
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Il governo e i «giovani italiani untori del Covid»
La frase viene detta dalla deputata per puntare l’attenzione sul più grande focolaio di Covid attualmente presente in Italia, quello della Caserma Serena di Treviso in Veneto. La Lucaselli l’ha definito «centro di quarantena per immigrati arrivati illegalmente in Italia» rimarcando che «si segnala anche il contagio di un poliziotto nella struttura, intervenuto assieme ad altri colleghi per sedare una rissa». «Questo e’ quel che succede mentre gli italiani, costretti a casa per mesi, sono martellati da una continua campagna di colpevolizzazione», conclude la deputata.
Il paragone insensato e strumentale
La situazione della Caserma in provincia di Treviso, seppure più grave di quanto sembrasse, rimane sotto controllo. Il prossimo ciclo di tamponi è previsto per il 12 agosto e attualmente si contano 257 contagiati isolati. Collegare la questione dei nuovi focolai di importazione dovuti al rientro dei giovani dopo le vacanze estive al focolaio esploso tra i migranti e gestito in maniera non adeguata – con positivi e negativi al tampone che non sono stati divisi dopo i primi casi – non ha senso alcuno. Le cause del contagio derivano per i giovani dalla mancata attenzione rispetto alle norme anti-Covid e alla superficialità con la quale alcuni gestiscono la situazione – si vedano le discoteche piene e il mancato distanziamento sociale in alcuni casi di movida – mentre nel caso della caserma il Covid è entrato e ha potuto proliferare per via delle condizioni igienico-sanitarie precarie che caratterizzano quella situazione.