Lo stile differente di Giorgio Gori: «Domani l’ospedale a Bergamo sarà finito, ma niente inaugurazione»

Nella giornata di ieri, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana si è presentato davanti alle telecamere dei cronisti accreditati per mostrare all’Italia intera il lavoro sull’ospedale allestito in poche settimane presso la Fiera di Milano, che darà senz’altro più respiro alle strutture sanitarie lombarde nell’emergenza coronavirus. Una presentazione affollata, dove si faceva molta fatica a rispettare le distanze di sicurezza e dove i contatti tra giornalisti e addetti ai lavori sono stati inevitabili. Oggi, Giorgio Gori annuncia che – per quanto riguarda l’ospedale da campo di Bergamo, costruito in dieci giorni – le cose andranno diversamente.

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Giorgio Gori spiega come sarà l’inaugurazione dell’ospedale da campo di Bergamo

«Tra questa sera e domani – ha scritto Giorgio Gori su Twitter – sarà finito anche l’ospedale da campo di Bergamo, costruito in dieci giorni da Alpini e volontari. Visto quel che è accaduto in FieraMilano propongo di non fare alcuna inaugurazione. Consegna, benedizione e via. Con un grazie enorme a chi ci ha lavorato». L’ospedale da campo di Bergamo sarà quella struttura che andrà a offrire un supporto sanitario a una Provincia fortemente provata dall’emergenza coronavirus e che è stata messa su – grazie ai militari e ai volontari – in circa dieci giorni di tempo. 

Una scelta che mette al primo posto la sicurezza. Le immagini che sono arrivate dalla Fiera di Milano non sono state edificanti né per chi, fino a questo momento, ha cercato di gestire l’emergenza, né per i cittadini a cui si dice ripetutamente di restare all’interno delle proprie abitazioni e che vedono negli schermi delle proprie televisioni decine di persone una accanto all’altra, non seguendo affatto le prescrizioni sul distanziamento sociale.

Giorgio Gori e la critica implicita a Gallera  e Fontana

A poco è valso il chiarimento in conferenza stampa di Giulio Gallera che ha affermato che le persone, se coperte da una mascherina, hanno una probabilità non considerevole di trasmissione del contagio. Le parole di Giorgio Gori, invece, sono improntate a un senso di responsabilità diretta emanazione della situazione che si è venuta a creare nella Bergamasca, dove – secondo una ricerca condotta da L’Eco di Bergamo in collaborazione con In.Twig – i morti nel mese di marzo sarebbero stati 4500, circa il doppio rispetto alle stime ufficiali.

Non è possibile abbassare la guardia, nemmeno quando si inaugurano gli ospedali. Un «photo opportunity» in meno può salvare centinaia di vite.

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