Giorgia Meloni, a proposito di Vanessa Incontrada, dice che la realtà è più forte di ogni stereotipo
Una bella frase che però dovrebbe avere applicazione più ampia, anche agli altri temi affrontati da Fratelli d'Italia
30/09/2020 di Gianmichele Laino
Giorgia Meloni su Vanessa Incontrada ha una posizione molto chiara e netta: «Bellissima Vanessa Incontrada. Vorrebbero imporci pure i canoni di bellezza, ma la realtà è sempre più forte di ogni stereotipo». La leader di Fratelli d’Italia ha commentato la copertina di Vanity Fair, diffusa nella giornata di ieri, in cui l’attrice e showgirl si mostra senza veli, lanciando un messaggio di benessere nei confronti del proprio corpo, di lotta ai pregiudizi, al bodyshaming e a tutte le forme di haters online.
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Giorgia Meloni su Vanessa Incontrada: il concetto di stereotipo
Ragioniamo, un attimo, sul concetto espresso dalla leader di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha lanciato un messaggio condivisibile. Basta con i canoni di bellezza, basta con gli stereotipi che vorrebbero condizionare la realtà. Bene, brava, bis. Ma non sembra anche a voi che ci sia qualcosa di stonato nel messaggio della neo presidente del partito dei conservatori europei?
Vi dice niente: «Io sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma, sono cristiana»? E cos’è questo elenco – pronunciato nel corso di una manifestazione del centrodestra e diventato successivamente una hit virale sui social network – se non una serie di stereotipi, di canoni che vorrebbero imprigionare, all’interno di un’unica cultura tra l’altro dominante in Europa, le donne italiane?
L’elenco degli stereotipi di Giorgia Meloni
E cosa dire a proposito di tutti gli stereotipi sui migranti che vengono costantemente alimentati dalle narrazioni fatte dal partito Fratelli d’Italia nei dibattiti sui temi di attualità? Si pensi, ad esempio, all’associazione costante tra Islam e terrorismo fatta dagli esponenti del partito di destra, o ancora alle critiche fatte da Giorgia Meloni – soprattutto nell’ultima parte del 2019 – ai commercianti cinesi che riuscivano a eludere i controlli fiscali perché «si chiamano tutti allo stesso modo»?
Insomma, la lotta agli stereotipi vale per tutti. Non soltanto a targhe (e relativi consensi social) alterni.