Le donne che accusano le altre donne di accusare Vanessa Incontrada

Che al mercato mio padre comprò

29/09/2020 di Ilaria Roncone

Vanessa Incontrada ha posato nuda per Vanity Fair dando vita a una bellissima copertina atta a lanciare un messaggio positivo: «Nessuno mi può giudicare (nemmeno tu)», come si legge in copertina. La body positivity è sempre più all’ordine del giorno per dive e influencer e la Incontrada si è sempre distinta per le sue forme e per la fierezza con cui le mostra, senza vergognarsi del suo corpo mai e in nessun modo. Anche il suo profilo Instagram è pieno di messaggi di questo tipo, non sorprende quindi la sua scelta di posare per Vanity Fair veicolando questo messaggio. Come sempre in questi casi, però, arrivano i commenti di chi fa body shaming. Alle donne che fanno body shaming arrivano anche commenti di altre donne che le accusano di fare body shaming.

 

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«Questa copertina è il momento più bello degli ultimi anni», racconta sul numero di Vanity Fair in edicola dal 30 settembre l’attrice e conduttrice @vanessa_incontrada che in cover si mostra completamente nuda. «È il punto d’arrivo che vede il mio corpo diventare un messaggio per tutte le donne (e per tutti gli uomini): dobbiamo tutti affrontare, capire e celebrare una nuova bellezza». «Abbiamo voluto questa copertina per riflettere sul tema della Body Positivity e sulle implicazioni del concetto classico di bellezza sulle nostre vite», dichiara il direttore di Vanity Fair @marchettisimone. «La questione è complicata, vede il corpo delle donne in prima linea e annovera tutto quello che ci è stato insegnato con libri, spot, film, moda, cartoni animati e condizionamenti sociali, culturali e famigliari dagli anni Cinquanta a oggi. In fatto di bellezza, oggi sta succedendo quello che è successo alla terra dopo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo: là dove si pensava finisse il mondo, ne è iniziato un altro. E là dove si pensava finisse la bellezza forse e finalmente ne sta sorgendo una tutta nuova». #VFnessunomipuogiudicare Foto di @maxvadukul Fashion stylist on set @marchettisimone Assistente fashion per preparazione moda, Martina Antinori Assistente fashion on set, Camilla Fioravanti Producer @marinamoretti64 Hair @irenegrecomilano Make Up Arianna Campa @Closeupmilano Manicure Carlotta Saettone @W-MManagement Bracciali Iconica in oro rosa @pomellato

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Vanessa Incontrada Vanity Fair: il body shaming delle donne

Vanessa Incontrada, ancora una volta, è stata vittima di body shaming. Stavolta l’attenzione è puntata sulla copertina di Vanity Fair: «Abbiamo voluto questa copertina per riflettere sul tema della Body Positivity e sulle implicazioni del concetto classico di bellezza sulle nostre vite», ha dichiarato il direttore di Vanity Fair, definendo la situazione del «corpo delle donne in prima linea» molto complessa e delicata. La prova di quanto delicata sia la vediamo in alcuni commenti fatti sotto i post condivisi sui social di Vanity Fair.

Tra inutili puntualizzazioni, frasi già dette e insulti alle altre donne perché magre per far valere la fisicità della Incontrada – proprio l’effetto contrario a quello che si vorrebbe ottenere con i messaggi di body positivity – spunta anche il commento di chi fa la morale alla Incontrada e coloro che hanno deciso di farla posare senza veli.

L’accusa alle donne che fanno body shaming

Ai commenti che insultano Vanessa Incontrada ci sono tante risposte, quelle di donne che – a loro volta – insultano quelle che hanno insultato.

Passi il commento che definisce schifo queste parole soprattutto se dette da altre donne – dato oggettivo – ma insultare qualcuno per l’insulto alla Incontrada apre una questione in cui, alla fine dei conti, le donne sono sempre vittime (oltre che carnefici). Dall’offesa diretta alla generalizzazione tanto amata che vede le donne «sempre più cattive» quando si tratta di questioni come questa, non sarebbe forse il caso di riflettere su come andare avanti e migliorare tutti questi comportamenti nocivi che teniamo non solo in rete ma anche nelle nostre conversazioni quotidiane? Una donna è bella ed è meritevole di rispetto che sia magra o in carne, taglia 38 o tagli 52, senza doverci sempre arrogare il diritto di commentare il suo aspetto fisico. Solo quando smetteremo di fare questo ci saremo evoluti.

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