Il triplete di Giorgia Meloni in tre giorni: post contro Formigli, Domani e HuffPost

Ma c'è un problema della leader di Fratelli d'Italia con le opinioni dei giornali in una campagna elettorale in cui tutti i giornali sembrano schierati?

01/08/2022 di Gianmichele Laino

Com’è evidente da sempre, ci sono i fatti e ci sono le opinioni. In un mondo in cui le vere notizie stanno diventando sempre meno (perché sono sempre più le persone che riescono a darle in anteprima, visto lo strapotere dei social network), i giornali si popolano di opinioni. E queste ultime, per loro stessa natura, sono schierate e soggettive. Di conseguenza, è del tutto normale – in un processo democratico – che Corrado Formigli faccia un tweet chiedendosi se Giorgia Meloni condannerà in maniera indignata l’omicidio di Civitanova Marche, è del tutto normale che il direttore di Domani Stefano Feltri scriva un editoriale in cui ravvisa l’utilizzo del linguaggio d’odio da parte di una certa destra, è del tutto normale che l’Huffington Post prenda in considerazione la differenza di comunicazione e dei toni di comunicazione tra la pagina Facebook di Giorgia Meloni e il suo canale Telegram.

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Giorgia Meloni contro giornali che esprimono opinioni diverse su di lei

Piuttosto strano, invece, nell’ambito della comunicazione politica e nell’ambito dell’utilizzo dei social network da parte delle varie parti in causa che concorreranno alle elezioni del 25 settembre, è la condivisione – sulle pagine social di riferimento – degli articoli e delle opinioni di questi giornalisti e di queste testate che hanno in qualche modo espresso dissenso rispetto all’operato di Giorgia Meloni o del suo stile di comunicazione.

Corrado Formigli, nella sua lettera aperta alla leader di Fratelli d’Italia pubblicata su La Stampa, ha chiesto di individuare il terreno all’interno del quale dovrà muoversi il rapporto tra politica e stampa (e tra un certo tipo di politica e un certo tipo di stampa) nella campagna elettorale e con la nuova compagine di governo che guiderà il Paese: «Nel caso – ha scritto Formigli -, si occupi di amministrare e lasci stare chi la critica, anche aspramente. Non cada nella tentazione di misurare il nuovo potere».

Dopo aver dato dello “sciacallo” a Formigli, nella giornata di ieri, Giorgia Meloni ha attaccato il quotidiano Domani e il suo direttore Stefano Feltri: «In teoria – ha scritto – non bisognerebbe neanche rispondere al direttore di un quotidiano che nemmeno compare nelle classifiche di diffusione. Nella pratica, però, l’odio diffuso in modo scientifico e consapevole da parte della sinistra è un elemento molto pericoloso per la nostra democrazia. La domanda è: se io e Fratelli d’Italia, come gli altri esponenti di centrodestra, siamo meno che umani, cioè dei demoni che si accingono a devastare l’Italia e il mondo, non dovrebbe essere legittimo, o addirittura doveroso, fermarci con ogni mezzo? Anche le menzogne sulla stampa, anche la persecuzione giudiziaria. Ma anche la violenza. C’è qualcuno che vuole esitare davanti alla possibilità di fermare con la violenza le forze del male? Chi uccide un demone (demonizzato dalla sinistra), non è forse un santo e un eroe, e non un criminale e un terrorista?».

Oggi, invece, è stata la volta di un post su Facebook che riguarda l’Huffington Post: «Il solito titolo fuorviante. Sul mio canale Telegram vengono rilanciati gli stessi e identici contenuti degli altri miei social. Per chi volesse verificare (e iscriversi)»:

La domanda che ci facciamo è: sarà una costante di questa campagna elettorale l’esposizione di titoli di giornale che vadano in contrasto con le opinioni espresse dai singoli candidati? E cosa succederà – come si è chiesto Formigli – dopo le elezioni?

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