Giorgetti risponde alle accuse del M5S: «La ‘manina’ ce l’hanno in casa loro»

19/10/2018 di Redazione

«Basta vedere complotti, così non si va lontano», «La ‘manina’ sta in casa loro», «Se non si danno una regolata vanno a schiantarsi presto, ma da soli». Giancarlo Giorgetti risponde così agli alleati del Movimento 5 Stelle, che lo accusano di essere il regista che avrebbe fatto modificare il testo del decreto fiscale allargando le maglie della pace fiscale trasformandola in un mega condono. In un’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica (di Carmelo Lopapa) il numero due della Lega dichiara: «La cosa è molto semplice: per dieci giorni al ministero dell’Economia è stato discusso il passaggio alla cosiddetta pace fiscale relativo alla dichiarazione integrativa. Ne hanno parlato approfonditamente i nostri Bitonci e Garavaglia con la viceministra del M5S Castelli. Poi il presidente Conte con Salvini e Di Maio, nel vertice che precede il Consiglio dei ministri di lunedì, decidono di porre un limite di 100mila euro e la norma è stata formulata nella sua interezza, nel testo che conoscete tutti».

Giorgetti risponde al M5S: «basta complottismo, la ‘manina’ ce l’hanno in casa loro»

Sul punto molto contestato della cancellazione dei reati fiscali, poi: «Sarebbe stato assurdo – dice il sottosegretario leghista – non concedere l’ombrello di non punibilità dei reati fiscali a chi accetta di venire allo scoperto e pagare». Giorgetti ha anche risposto a una domanda sui sospetti continui nei suoi confronti. Il vicesegretario del Carroccio viene spesso descritto dal M5S come un ‘burattinaio‘. «Non capisco sul serio – dice lui – le ragioni di questo complottismo. Io sono una persona per bene e non ammetto che qualcuno dica cose come quelle che ho sentito. Di Maio va in procura? Bene, io sono contento, anche se neanche oggi è più andato. Non vorrei avesse capito che la manina sta a casa loro». E ancora, sul rischio di una crisi di governo. «Non lo so. Credo che se non si danno una regolata, loro si andranno a schiantare presto. Ma da soli».

Siri: «Di Maio era presente, il testo non si è scritto da solo»

Nega l’esistenza di una ‘manina’ leghista per modificare il decreto fiscale anche il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri. In un’intervista al Corriere della Sera (di Monica Guerzoni) l’ideologo della flat tax afferma che il testo «è frutto di una concertazione, avvenuta nel corso di una riunione a Palazzo Chigi». Ma Luigi Di Maio era presente? «Certo», risponde Siri. Il vicepremier M5S avrebbe in qualche modo approvato anche il condono. «Le cose erano lì – sono le parole del sottosegretario –. Io ho chiesto più volte che venisse messo all’ordine del giorno il provvedimento per le persone in difficoltà economica, in regola con la dichiarazione. Ma quello che interessa alla Lega nel testo purtroppo non c’è».

(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI)

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