Gioele, il team di ricerca parla di «sue tracce al 99 per cento: la maglietta del bimbo e resti ossei»

La ricerca del piccolo Gioele prende la terribile piega che nessuno avrebbe mai voluto

19/08/2020 di Ilaria Roncone

Squadre di ricerca, familiari, siciliani, turisti. Tutti si sono dati da fare e ancora si danno da fare ma sembra emergere una triste verità per il caso di Viviana e Gioele. La segnalazione di un volontario ha fatto scattare l’allarme e le ricerche, in queste ore, si sono concentrate in un punto distante 200 metri circa da dove Viviana Parisi ha lasciato l’auto dopo l’incidente.

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Tracce di Gioele Mondello a 200 metri dalla macchina abbandonata

La notizia trapela, anche se manca ancora la dichiarazione ufficiale – attesa a breve -. Il team di ricerca ha individuato tracce ossee e una maglietta che, al 99%, appartengono al piccolo Gioele Mondello. Dopo interminabili giornate di ricerca, nella speranza di trovarlo vivo anche dopo la scoperta del corpo della madre, si fa strada l’epilogo più triste e tragico di tutti. Scmparso il 3 agosto scorso insieme alla madre, per gli uomini che coordinano le ricerche la maglietta e i resti ossei trovati appartengono a lui «al 99 per cento». A trovare queste tracce è stato uno dei volontari che nei giorni scorsi affiancavano i vigili del fuoco, la forestale e i poliziotti nelle ricerche. Si tratta di un carabiniere in congedo.

Coperto da rovi e arbusti

Il punto in cui sono stati scoperti questi resti dista circa 200 metri dall’autostrada e si trova a una certa distanza dal punto in cui è stato trovato il cadavere della madre del bambino, ai piedi di un traliccio della rete elettrica. I resti umani «sarebbero di un bambino», riferiscono alcuni uomini che stanno partecipando alle ricerche, e la speranza sembra ormai svanita. La zia di Gioele aveva già parlato nelle scorse ore, facendo presagire che il caso era vicino a una svolta: «Hanno trovato qualcosa ma non sappiamo cosa. Siamo qui in attesa di capire». Anche il padre del piccolo è sul posto, così come il procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo con la polizia scientifica. Alcune fonti investigative riferiscono anche di un «busto di bambino totalmente irriconoscibile».

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