Ma davvero l’Italia ha qualche chance di sottrarre alla Francia il polo industriale Tesla?

Oggi l'incontro tra Musk e Macron a Parigi. L'imprenditore sta cercando il luogo giusto per realizzare il secondo stabilimento all'interno dei territori dell'Unione Europea

16/06/2023 di Redazione Giornalettismo

L’ipotesi sembra essere molto fantasiosa, ma alcuni dettagli emersi nelle ultime 24 ore sembrano andare in quella direzione: l’Italia sembra volersi candidare per ospitare il secondo Gigafactory Tesla del Vecchio Continente. Il nostro Paese ha una grande tradizione per quel che riguarda i motori, ma negli ultimi decenni siamo entrati in una fase di declino e decadenza. Sta di fatto, però, che ora si potrebbe tentare di fare concorrenza a Spagna e – soprattutto – Francia, i due Paesi che sembrano essere in testa nelle preferenze di Elon Musk.

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L’ipotesi non è campata per aria, visto che lo stesso Ministro degli Esteri Antonio Tajani – il primo rappresentante del governo a incontrare Elon Musk durante le sue poche ore trascorse nella capitale – ha raccontato i temi al centro del colloquio a Palazzo Chigi.

Dunque, si è parlato anche di automotive. E questo può far pensare a una possibile candidatura dell’Italia a ospitare il secondo stabilimento di Tesla sul suolo europeo, dopo quello inaugurato il 22 marzo del 2022 a Berlino. Ma sul tavolo delle trattative di Musk ci sono anche altri Paesi, Spagna e Francia su tutti.

Gigafactory Tesla, l’Italia può fare concorrenza alla Francia?

E non è un caso che l’aereo dell’imprenditore, dopo aver lasciato Roma, si sia diretto a Parigi dove è in programma un incontro con il Presidente francese Emmanuel Macron. Da mesi, infatti, i due continuano a dialogare, con l’Eliseo che non ha mai nascosto la sua volontà di ospitare la seconda Gigafactory Tesla del Vecchio Continente. Apprezzamenti mai celati, con incontri che si sono susseguiti nel corso degli ultimi mesi. E le dichiarazioni alla CNBC del Ministro per le telecomunicazioni e la transizione digitale, Jean-Noel Barrot: «Cercheremo di convincerlo che la Francia è il miglior posto possibile in Europa per stabilire la prossima fabbrica della Tesla. Sarà bello avere una fabbrica della Tesla in Francia, sono state spese molte energie per assicurarci che questo sia possibile e che questo possa accadere».

Dunque, la Francia sembra essere pienamente convinta di essere la candidata numero uno a ospitare la seconda Gigafactory Tesla d’Europa. Ma le trattative non si sono ancora concluse, con la Spagna che continua a essere una seria concorrente. E ora sembra potersi essere inserita anche l’Italia. D’altronde, la storia passata del nostro Paese mostra come il settore automotive sia stato uno degli elementi trainanti dell’economia nostrana. Grandi marchi di automobili e moto, ma anche un’ingegneria che ha posto i paletti su cui il settore ha fatto epoca.

Perché c’è il rischio che non ce la faccia?

Ma la storia rappresenta il passato. Certamente si tratta di basi su cui poter costruire, però occorre ricordare come ci sia stata una fuga del settore automotive dal nostro Paese. Il graduale disimpegno di quella che un tempo era chiamata “Fiat”, la delocalizzazione e le varie fusioni che si sono accumulate nel tempo, sono la dimostrazione di come da anni il vento sia cambiato. Molte aziende hanno smesso di produrre in Italia, preferendo – per diversi motivi, alcuni legati anche al “costo del lavoro” – altri lidi. Dunque, attualmente sembra che il nostro Paese sia più una palude che un rigoglioso torrente. Ovviamente, però, questo potrebbe spingere Elon Musk a una delle trovate che lo hanno reso celebre: puntare sull’underdog per poi massimizzare.

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