La squalifica di un calciatore di Serie A per un messaggio su WhatsApp (con tanto di emoji)

È successo a Gianluca Gaetano, attualmente al Napoli, ma all'epoca dei fatti alla Cremonese

05/08/2022 di Redazione

Può bastare un messaggio WhatsApp per squalificare un calciatore di Serie A. La decisione del giudice sportivo, in vista dell’ormai prossimo inizio del campionato, ha sancito una squalifica di due giornate al calciatore del Napoli Gianluca Gaetano per aver inviato, a un suo avversario, un messaggio ironico sull’esito della partita della domenica successiva. I fatti risalgono alla scorsa stagione, quando Gaetano giocava in Serie B con la Cremonese. Oggetto del contendere la comunicazione fatta all’amico-avversario Vittorio Parigini, calciatore del Como: nel messaggio via WhatsApp Gaetano aveva scritto Ci lasci i tre punti venerdì? con l’aggiunta di due emoji sorridenti.

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Squalificato per messaggio WhatsApp, cosa è successo a Gianluca Gaetano

Il giudice sportivo ha stabilito «l’applicazione della sanzione di 2 (due) giornate di squalifica in Campionato ed € 4500,00 (quattromilacinquecento) di ammenda per il Sig. Gianluca GAETANO e di € 5000,00 (cinquemila) di ammenda per la società U.S. CREMONESE s.p.a.». La violazione contestata sarebbe quella relativa all’art. 4, comma 1, del C.G.S., sui principi di lealtà correttezza e probità sportiva. Il messaggio non avrebbe avuto, dunque, un intento ironico, ma sarebbe stato utile a condizionare in maniera blanda l’avversario sull’esito del match di campionato.

Non è la prima volta che le comunicazioni su WhatsApp hanno portato a squalifiche per calciatori. In Seconda Categoria, nel 2016, una conversazione sull’app di messaggistica avvenuta tra un calciatore e un arbitro aveva portato la squalifica per il primo e l’inibizione dall’attività per due mesi per il secondo. Si tratta comunque di fattispecie che faranno giurisprudenza e che prendono in esame non solo i comportamenti all’interno del campo o nei pressi del terreno di gioco (spesso si assiste a squalifiche e deferimenti anche per ciò che accade negli spogliatoi), ma anche la vita virtuale dei professionisti dello sport più popolare del Paese.

Una conversazione privata deve essere stata resa nota da qualcuno dei diretti interessati alla procura federale: non si spiega altrimenti come un episodio avvenuto lo scorso 2 maggio 2022 sia diventato oggetto di una decisione del genere da parte del giudice sportivo. I calciatori sono avvisati: le conversazioni WhatsApp con i loro amici potrebbero essere oggetto di valutazione. È l’ennesima potenza della pervasività degli strumenti digitali nelle nostre vite offline.

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