La storia del sindaco di Divignano (Novara): scopre che la richiesta di cassa integrazione è ferma in Regione dopo esser arrivato a Roma in bici
13/05/2020 di Enzo Boldi
Ha percorso oltre 650 chilometri per protestare contro il mancato versamento dei fondi per il pagamento della Cassa Integrazione promessa dal governo. Da Divignano, in provincia di Novara, a Roma per incontrare il presidente del Consiglio e chiedere spiegazioni. Poi la sorpresa durante l’incontro: la pratica della sua richiesta per la CIG era bloccata in Regione e ancora non pervenuta all’Inps. Questa è la storia di Gianluca Bacchetta, primo cittadino del comune nel Novarese e imprenditore nel mondo della ristorazione.
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L’uomo, con una protesta forte e simbolica – con l’Italia attraversata dalla sua Divignano fino a Roma in bicicletta -, voleva muovere le sue critiche al governo per il ritardo nel pagamento della Cassa integrazione. Vulgata comune, infatti, addita l’Esecutivo di lentezza nell’emissione dei fondi per le aziende. La realtà, però, è che molte delle pratiche avanzate sono ferme negli uffici delle Regioni e non sono ancora pervenute all’Inps. Insomma, il governo ha sicuramente alcune responsabilità, ma il casus belli (come quello di molte altre aziende) mostra dei limiti molto più territoriali.
Gianluca Bacchetta e la storia della Cassa Integrazione
Ed è questo il caso che lo stesso Gianluca Bacchetta, conscio della nuova verità, ha raccontato a Il Fatto Quotidiano: «Conte ha chiamato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico mentre eravamo insieme e gli ha spiegato la mia situazione. Dopo circa un’ora ha richiamato e pensavo ne avessi combinata una delle mie, invece all’Inps avevano verificato la mia domanda e così mi hanno confermato che si era bloccata in questi passaggi burocratici». Insomma, la domanda presentata non aveva ancora varcato i confini degli uffici della Regione Piemonte. Invece lui, inforcando la sua bicicletta, è riuscito ad attraversare mezza Italia.
La pratica ferma in Regione
Gianluca Bacchetta non è solo sindaco di Divignano (Novara) ma anche il proprietario di un ristorante che conta cinque dipendenti. Insomma, non solo un politico, ma una persona che vive sulla propria pelle questa crisi economica derivata dall’emergenza sanitaria. Per questo motivo aveva deciso di partire dalla sua cittadina – motivando lo spostamento dietro esigenze lavorative – per incontrare Giuseppe Conte e restituirgli il bonus di 600 euro come segno di protesta. Poi la sorpresa nello scoprire che la sua pratica è ancora ferma negli uffici della Regione Piemonte e la non risposta alla telefonata fatta, mentre Bacchetta e lì, dal presidente del Consiglio a quello del Piemonte.