Alessandro Gassman invoca gli stessi diritti di Suarez anche per chi nasce o lavora in Italia

L'attore si era già espresso sulla questione tramite i suoi social parlando di «un leggero senso di schifo»

22/09/2020 di Ilaria Roncone

La notizia che Luis Suarez, secondo le intercettazioni e le indagini, avrebbe ottenuto la certificazione di B1 in italiano solo per ottenere la cittadinanza e non perdere l’ingaggio milionario con la Juventus sta smuovendo gli animi di tante persone. Uno dei primi volti noti a parlarne è stato Alessandro Gassman, il quale già qualche giorno fa in un tweet aveva espresso «un leggero senso di schifo» nei confronti di quelli che sottolineano come purtroppo Suarez non possa ottenere il passaporto pensando ai figli degli stranieri che in Italia ci nascono ma non possono essere italiani. Gassman su Suarez ha le idee molto chiare.

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«Chi nasce o lavora qui non ha gli stessi diritti di un calciatore»

Intervistato da Repubblica dopo le ultime vicende sulla cittadinanza Suarez e sul presunto B1 assegnato a colui che in lingua italiana sarebbe appena un A1, Gassman ha ribadito ciò che già aveva sottolineato su Twitter negli scorsi giorni: «Chi vive nel nostro Paese da anni, regolarmente, pagando le tasse, ha diritto di richiedere la nazionalità italiana per i propri figli nati qui». Come può farlo un calciatore lo possono fare anche i comuni cittadini, rispettando le regole che devono valere per tutti. Sul caso specifico di Suarez aggiunge: «Non penso quindi che sia sbagliato dare la nazionalità italiana a un campione di calcio, se di origini italiane o sposato con un’italiana, ma che gli stessi diritti dovrebbero essere dati a chi, con il lavoro, si è guadagnato onestamente un posto nella nostra società».

Gassman su Suarez: «Qui non si tratta di tifo, ma di diritti»

Non si tratta di non dare la cittadinanza italiana a Suarez ma di darla anche a chi ne fa richiesta lavorando e vivendo nel nostro paese in maniera onesta. Gassman ribadisce, insomma, quello che già aveva affermato qualche giorno fa su Twitter scatenando reazioni contrastanti in rete tra chi era d’accordo e chi, invece, non era della stessa opinione.


 

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