Gamer russi e bielorussi rischiano di essere bloccati su PlayStation e Xbox

La tipologia di sanzioni per la Russia si moltiplica e ora si fa strada anche la possibilità che i giocatori di PS e Xbox vengano temporaneamente bannati

03/03/2022 di Ilaria Roncone

La questione si è aperta a seguito di un appello diretto del governo ucraino ai giganti del gaming. Il vice primo ministro vorrebbe bandire i russi dagli eSports facendo sì che Microsoft, Sony e altre aziende di gioco prendano parte al giro di vite nei confronti della Russia dopo l’azione di invasione. La richiesta è stata quella di «bloccare temporaneamente» tutti gli account dei giocatori russi e bielorussi, con gli organizzatori di eSports che devono impedire loro la partecipazione dei giocatori a qualsiasi evento, che andrebbe annullato in entrambi i paesi.

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Microsoft e Sony sceglieranno di procedere contro gamer russi e bielorussi?

Si tratterebbe dell’ennesima mossa per sanzionare la Russia e i russi in tutti i modi possibili così da mettere in difficoltà il paese dopo l’invasione dell’Ucraina. Engadget ha chiesto un parere direttamente a Sony e Microsoft ma, attualmente, non è chiaro se intendono prendere provvedimenti in tal senso. Ci sono alcuni sviluppatori di giochi che hanno mostrato aperto sostengo all’Ucraina, con il creatore di Cyberpunk 2077 – CD Projekt Red – che ha deciso di donare 232 mila dollari per fornire aiuti umanitari.

Sia per Sony che per Microsoft la Russia non rappresenta il mercato più grande, considerato – per esempio – che la PS4 è diffusa soprattutto in Nord America e in Europa -. Un ban ai gamer dei due paesi rappresenterebbe una mossa di un certo peso e andrebbe ad aggiungersi ai provvedimenti già presi da big tech come Apple – che ha deciso, per il momento, di non commercializzare più i suoi prodotti con la Russia.

Vedremo, nei prossimi giorni, se ci saranno pressioni tali su Play Station e Xbox da determinare una presa di posizione così decisa – e comunque temporanea – da parte delle aziende produttrici delle consolle.

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