Chi è l’uomo che distrugge un iPad per protestare contro le sanzioni alla Russia

Il video è diventato virale sui social network, accumulando milioni di visualizzazioni

02/03/2022 di Redazione

Il suo nome è Albert Muhamediarov ed è un imprenditore russo discretamente famoso. Nella zona della Bashkiria, gestisce una struttura ricettiva che ha ben 41mila followers su Instagram. Lui stesso viaggia nell’ordine di 18mila followers. Si è reso protagonista, nella giornata di oggi, di quella che ritiene essere – evidentemente – un’azione di protesta contro le sanzioni messe in piedi dalle aziende occidentali nei confronti della Russia per l’invasione dell’Ucraina: ha distrutto un modello di iPad (in verità, non tra i più recenti) per rispondere – con queste immagini – alla decisione di Apple di non commercializzare più i suoi prodotti – almeno per il momento – con la Russia.

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Uomo distrugge iPad per protestare contro le sanzioni alla Russia

Il video, pubblicato originariamente sui suoi canali social, ha immediatamente fatto il giro dei media propagandistici russi. Successivamente, però, è stato ripreso anche da altri account informativi ucraini che stanno documentando – soprattutto via Twitter – l’evoluzione della crisi e dell’invasione del Paese da parte dell’esercito russo. Nexta, la più importante agenzia dell’Europa orientale, ha pubblicato il video che era stato a sua volta ripreso dalla community di Ru2ch. Non senza un commento ironico e tagliente:

Qualcuno ha fatto notare la scarsa coerenza dell’azione. Se proprio l’imprenditore ha voglia di protestare contro i prodotti americani, dovrebbe distruggere diversi oggetti presenti nella sua abitazione. In ogni caso, a chi gli ha chiesto se l’iPad fosse effettivamente funzionante, l’uomo ha risposto affermativamente. Successivamente, nelle Instagram Stories ha documentato l’acquisto di un Samsung nuovo di zecca (non a caso, uno dei principali competitor di Apple, quasi a voler mostrare l’indipendenza della Russia dai brand storici del mercato americano).

Insomma, la storia è vera ed è stata lanciata da un imprenditore nazionalista attraverso i suoi canali social.

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