Gallera parla in procura a Bergamo della possibilità per la Lombardia di chiudere Alzano e Nembro
29/05/2020 di Gianmichele Laino
Tre ore in procura. È questo il tempo che Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha trascorso all’interno degli uffici della procura di Bergamo per essere ascoltato, come prassi impone, come persona informata sui fatti relativamente alla gestione dell’emergenza sanitaria da coronavirus in Lombardia. L’assessore lombardo si era detto tranquillo all’ingresso degli uffici, successivamente invece ha evitato l’incontro con la stampa.
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Gallera in procura di Bergamo
Il punto focale della questione ha riguardato proprio la gestione di Alzano e Nembro, due paesi evidentemente colpiti dal coronavirus, già nei giorni successivi alla scoperta del paziente uno di Codogno. L’assessore ha ripetuto ai magistrati cose già note all’opinione pubblica: ovvero che l’emergenza nei due centri della Bergamasca era evidente già da diversi giorni prima del lockdown imposto da Roma all’Italia intera. Inoltre, l’assessore ha confermato di essere a conoscenza che, secondo una legge del 1978, la Regione Lombardia avrebbe potuto prendere una decisione autonoma sull’istituzione delle zone rosse di Alzano e Nembro, prima di un eventuale intervento del governo.
Gallera in procura e le zone rosse di Alzano e Nembro
Del resto, Gallera ha ricordato anche che, pur consapevole di questa disposizione, in quei giorni l’ente locale che lui rappresenta aveva sempre gestito l’emergenza di concerto con le indicazioni arrivate da Roma e dall’Istituto Superiore di Sanità. Giulio Gallera, da questo punto di vista, si presenta su una posizione diversa rispetto a quella del presidente della Giunta Attilio Fontana. Quest’ultimo, in una recente intervista, aveva ancora una volta ribadito che Gallera fosse in errore quando riteneva che la regione in autonomia avrebbe potuto disporre le zone rosse.
I magistrati hanno voluto chiedere a Gallera anche qualche indicazione in più sulla chiusura solo temporanea, per poche ore, del pronto soccorso di Alzano e hanno cercato di chiedere informazioni sulle presunte pressioni del mondo industriale lombardo affinché le aree della bergamasca non fossero chiuse. Ma su questo punto verranno effettuati ulteriori approfondimenti.