Franceschini dice che un’alleanza tra Pd e M5s “è inesorabile” (nonostante il post di Grillo)

Così il capo delegazione del Pd al governo

05/12/2020 di Redazione

«Abbiamo viaggiato finora su dei binari con la globalizzazione, adesso finiamo in mare aperto e ci sono rischi enormi ma anche grandi opportunità per la politica perché puoi scegliere la rotta. Se cambia tutto possiamo affrontare questa epoca nuova con gli strumenti tradizionali della sinistra? Valori organizzativi, valoriali, posiamo affrontare il nuovo pigramente pensando che abbiamo ragione e quindi prima o poi il tempo ci darà ragione o dobbiamo avere il coraggio di dire che dovrà cambiare tutto? Abbiamo visto i cambiamenti profondi delle politiche europee, inimmaginabili solo qualche mese fa: abbiamo visto come la crisi nel nostro paese è stata affrontata con criteri diversi, solidarietà, ammortizzatori sociali, non lasciare indietro nessuno e lo abbiamo fatto non con un governo del Pd ma con un governo che ha messo insieme forze della sinistra e non con i 5 stelle che ora sono in un momento di perdita di consenso». È quanto ha detto Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e capo delegazione del Pd al governo, intervenendo all’iniziativa della Fondazione Italianieuropei ‘Il cantiere della sinistra’.

LEGGI ANCHE –> Per Grillo la democrazia rappresentativa è «zoppicante», meglio la «democrazia diretta»

«Io credo che questa esperienza dell’emergenza e anche la pressione che l’Italia ha fatto sull’Europa in questa fase abbia trasformato questa alleanza nata esclusivamente contro, per evitare il rischio Salvini e Lega, abbia fatto passi che l’ha trasformata da una alleanza solo ‘contro’ a una alleanza che ha valori condivisi e credo dovremmo intestarci non solo di aver fermato la destra ma che si sta forgiando qualcosa di più e credo che la discussione si debba fare allargando il campo, non perché questa alleanza sia di centrosinistra ma perché questa alleanza è inesorabile se vogliamo tornare a governare», ha concluso Franceschini.

Le parole di Franceschini arrivano all’indomani del post che Beppe Grillo ha pubblicato sul suo blog: «Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato. A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere. Dunque non è una questione di soldi, che sembrano esserci, ma come e dove usarli. Da giorni – scrive ancora Grillo – ormai rimbalza sui social come sui giornali l’ombra nefasta dell’avvento di una patrimoniale sui beni mobili e immobili degli italiani. La proposta presentata da Leu e Pd e subito bocciata dalla commissione Bilancio della Camera che l’ha definita “inammissibile” prevedeva un’aliquota progressiva minima dello 0,2% sui patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Ma, fortunatamente, non è passata e quindi capitolo chiuso. E se per una volta, invece che sovraccaricare di tasse la classe media che sta lentamente scomparendo, si procedesse a tassare soltanto i patrimoni degli italiani più ricchi? Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto sulla ricchezza globale del Credit Suisse, ci sono 2.774 cittadini con un patrimonio personale superiore a 50 milioni di euro; se sommati, i loro patrimoni, ammonterebbero addirittura a circa 280 miliardi. Non sarebbe più equo, dunque, rivolgersi a loro piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario? Un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un’entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori. Una patrimoniale così concepita, significherebbe per le casse dello Stato un’entrata garantita di almeno 10 miliardi di euro per il primo anno, e di ulteriori 10 se la misura venisse confermata anche per il 2022», ha concluso Grillo.

Share this article