Franca Valeri svela a Cazzullo che per Mussolini a piazzale Loreto non provò pietà

Nell’intensa intervista che Franca Valeri ha rilasciato quest’oggi ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, si leggono alcuni dettagli della sua esperienza da giovane nell’Italia delle leggi razziali, lei che aveva il papà di origini ebraiche e che, pertanto, era stata colpita dalla persecuzione prima e durante la seconda guerra mondiale. Per questo motivo descrive il 25 aprile come una nuova primavera e una nuova giovinezza.

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Franca Valeri e la descrizione di cosa provò a Piazzale Loreto

Il passaggio più intenso dell’intervista c’è stato quando ha raccontato cosa era successo qualche giorno dopo la Liberazione, il 28 aprile. Benito Mussolini era stato fucilato e il suo corpo era stato esposto a Piazzale Loreto. Franca Valeri, nonostante la giovane età e nonostante le preoccupazioni della mamma, è voluta andare a verificare di persona la notizia della morte del duce.

«Vuole sapere se ho provato pietà? – ha chiesto Franca Valeri – No. Nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute le cose, e noi avevamo sofferto troppo». Dunque, l’attrice e sceneggiatrice illustra in questo modo un passaggio chiave della storia d’Italia, non edulcorandone gli aspetti, ma facendo comprendere tutta l’intensità di chi si trovò a vivere quei momenti. Una frase che si inserisce in un contesto più ampio di un’intervista che – per i suoi riferimenti al periodo storico, per il racconto di episodi intimi e personali della vicenda di Franca Valeri – vale davvero la pena leggere.

Il racconto di Franca Valeri su Piazzale Loreto arricchisce un passaggio che, recentemente, è stato messo in discussione dal revisionismo storico, perché ne sintetizza – in una singola frase – le motivazioni, ne spiega le cause profonde, radicate in quel particolare momento.

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