La foto del migrante che ci sbatte in faccia quanto non abbia senso finanziare ancora la guardia costiera libica
16/07/2020 di Ilaria Roncone
La domanda è: ne servivano altre? Di testimonianze fotografiche che toccano cuore, stomaco e animo di chi sa guardare e provare pietà per le altre persone ne avevamo già fin troppe, a partire dalla foto di Alan Kurdi. Il suo corpicino è stato rinvenuto ormai cinque anni fa sulle coste della Turchia, dopo il naufragio del piccolo gommone su cui si trovava insieme alla sua famiglia. Oggi ne abbiamo un’altra, la foto migrante che sta girando e che tutti stiamo vedendo in queste ore. Assolutamente niente, niente di questa foto è degno e chiarire la situazione con la Libia diventa più imperativo di quanto non sia stato finora. Parte della maggioranza lo sa e arriva alla spaccatura sul Decreto missioni e sul rifinanziamento della Guardia costiera libica.
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Maggioranza spaccata sullo stop ai fondi per la Guardia costiera libica
Il parlamentare di Leu, Erasmo Palazzotto, ha presentato un documento chiedendo che l’Italia smetta di non vedere quanto accade nel Mediterraneo, ribadendo quello che accade nei centri di detenzione gestiti dalla famosa Guardia costiera libica. Tutte questioni documentate in più di un’occasione negli ultimi anni. La risoluzione di Palazzotto l’hanno firmata 22 persone (tra questi i dem Laura Boldrini, Matteo Orfini, Giuditta Pini; i 5 stelle Doriana Sarli, Paolo Lattanzio, Giorgio Trizzino; altri esponenti di Leu e Riccardo Magi di Più Europa). La Guardia costiera libica – quella che qualche esponente politico italiano ha provato ad elogiare in passato – viene accusata da più parti per la sistemica violazione dei diritti umani, a partire dalle Nazioni Unite. Italia Viva ha annunciato che non parteciperà al voto sul rinnovo del memorandum poiché «non possiamo continuare a far finta di non vedere quel che accade nel Mediterraeo. Quella foto ci dice che è il momento di cercare nuove soluzioni, non protrarre quelle che si sono rivelate fallimentari».
Onu: «Interrompere la cooperazione per la cattura dei migranti in mare»
I dati parlano chiaro e l’Onu sta chiedendo agli Stati membri di «rivedere le politiche a sostegno del ritorno di rifugiati e migranti in quel Paese». Italia e Malta, nonostante tutto – insieme all’agenzia europea Frontex – «hanno intensificato il sostegno alla Guardia costiera libica a cui vengono segnalati i barconi da intercettare anche all’interno di SAR europee». Nel documento presentato al Parlamento italiano si legge: «Solo nel 2019, le autorità marittime libiche, in particolare la Guardia costiera libica, hanno intercettato almeno 9.225 rifugiati e migranti che attraversavano il Mediterraneo centrale, riportandoli quasi tutti indietro nei centri di detenzione libici».
Come è andato il voto alla Camera
La foto, dicevamo. La spaccatura della maggioranza. Ma a poco è servito, considerato come è andata alla Camera. Sono pezzi di vari partiti che chiedono un cambiamento sulla questione finanziamenti alla sedicente Guardia costiera libica – che in realtà non esiste come ente, a differenza della Marina libica -. Il centrodestra vota con il governo. Il risultato, quindi, è che l’Italia continuerà a finanziare lo scempio della Guardia costiera libica che recupera (non sempre, a quanto pare) i migranti che provano a raggiungere l’Europa per poi riportarli nei centri di detenzione.
(Immagine copertina dal sito di Repubblica)