La storia del terzo ciclista dimenticato nella foto della borraccia di Coppi e Bartali

10 luglio 1952. Sono passati esattamente 68 anni dalla pubblicazione di una delle foto più celebri e significative della storia del ciclismo mondiale. Anche i non appassionati, infatti, sanno riconoscere Fausto Coppi e Gino Bartali che, sulle pendici del Col du Telegraphe, procedono uno davanti all’altro e si scambiano la borraccia, in una immagine che è stata fissata nella memoria collettiva come il simbolo della sportività, dell’aiuto reciproco anche tra i due rivali di sempre. Fausto Coppi che la passa a Gino Bartali o viceversa? Un adagio che ha caratterizzato le esistenze di entrambi i corridori, sia quella fulgida e rapidissima del Campionissimo, sia quella più lunga, a volte silenziosa ma piena di generosità, di Gino Bartali.

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Il mistero della foto Coppi e Bartali

Ebbene, a 68 anni di distanza quella foto rispunta dall’archivio di Marino Vigna, in passato campione olimpico di ciclismo su pista e che adesso svolge un ruolo diplomatico per la Bianchi. L’immagine mostra chiaramente che, accanto a Coppi e Bartali, nella stessa inquadratura, c’era anche un altro corridore, il belga Stan Ockers, dimenticato dai libri di storia del Tour del 1952 (secondo in classifica dietro allo strapotere di Fausto Coppi), morto quattro anni dopo quello scatto in seguito a un incidente di corsa.

Chi era il terzo uomo nella foto Coppi e Bartali

Nella pubblicazione dell’immagine da parte del numero di Ciclismo Illustrato, si decise di far fuori Stan Ockers dall’inquadratura. Una decisone che un po’ fa gioco con le tante teorie – non ultima quella dell’esperto giornalista di ciclismo e di storia del ciclismo Beppe Conti – che quella foto, scattata da Carlo Martini, fu costruita a tavolino. Se si voleva conservare la sua genuinità, per quale motivo bisognava nascondere la smorfia di fatica del povero Stan Ockers, accartocciato su se stesso e sul telaio della sua bicicletta, terzo di un sestetto di corridori (si vedono le loro ombre sull’asfalto) che, con questa prova schiacciante, fa corrispondere le immagini ai resoconti stenografici che arrivavano dalla tappa del 6 luglio di quel Tour del ’52?

L’immagine sta già circolando sui social network, quasi a voler rendere giustizia a quel terzo uomo che una storia più grande di lui ha sacrificato volentieri, nel nome della trasmissione di un simbolo. Lo ha raccontato il Secolo XIX, lo ha ripreso la pagina Facebook Bidon, che di borracce se ne intende dal momento che quest’anno ha fatto uscire la sua pubblicazione Acqua Passata – vita, sorte e miracoli delle borracce nel ciclismo per la casa editrice People.

La storia del terzo incomodo. La storia di quello che viene dimenticato. Grazie alle nuove tecnologie, Stan Ockers può tornare a riappropriarsi del suo spazio. Non sarà gloria, ma almeno giustizia.

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