Fontana si difende dalle accuse e dice che «il male è nell’occhio di chi guarda»

«Sono convinto che alla fine la verità verrà a galla» sono queste le parole lapidarie che il Governatore Fontana ha indirizzato al Consiglio regionale lombardo e all’opinione pubblica, nell’ennesimo momento di snodo di un 2020 che per Palazzo Lombardia si è rivelato disastroso. Il Governatore è infatti indagato dalla procura milanese con l’accusa di “frode in pubbliche forniture”. Nel momento più difficile dell’epidemia, secondo l’accusa, la Regione avrebbe acquistato camici ospedalieri dall’azienda di suo cognato per cifre ragguardevoli.  Un’accusa che, al di là del palese conflitto di interesse, getta anche l’ennesima ombra sulla gestione dell’epidemia da parte della giunta lombarda. L’indagine era stata anticipata dalle inchieste di Report e del Fatto Quotidiano, mentre secondo il cognato di Fontana, la vendita sarebbe poi stata trasformata in donazione; per i giornalisti di Report questa “donazione” coincide tuttavia con la data delle prime inchieste giornalistiche e tuttavia non copre interamente i soldi che la Regione Lombardia avrebbe elargito per l’acquisto.

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Ma mentre la giustizia fa il suo corso, il Governatore è passato al contrattacco pubblico in Consiglio: : «”Sono tuttora convinto che si sia trattato di un negozio corretto, ma siccome il male, come il bene è nell’occhio di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni e considerare quel mancato introito come un ulteriore gesto di generosità” La magistratura sta lavorando, ma con Dama come con altre aziende il negoziato è stato corretto» ha ribadito Fontana.

Insomma, la tesi di Fontaba è che si sia montata una campagna mediatica faziosa per attaccare la sua giunta e il suo operato, ponendosi poi quasi come il politico che ha avuto l’ardire di sfidare il Covid:  «Sono il presidente che non si è arreso al Covid e non lo farà nemmeno adesso».  Una narrazione che, dai familiari dei pazienti della Rsa, ai medici di famiglia lombardi fino agli abitanti della provincia di Brescia e Bergamo fa storcere il muso a molti e che sta già avendo un prezzo politico rilevante per l’intera Lega.

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