La svolta storica: da oggi i referendum si possono firmare anche online

Sarà necessario lo SPID o la Carta d'identità elettronica, un passaggio significativo che preannuncia una nuova stagione referendaria

12/08/2021 di Gianmichele Laino

La storia passa anche attraverso questi atti significativi. Che, però, non trovano spazio sulla grande stampa, nonostante siano segnale dei tempi che cambiano e di nuove e più complete forme di partecipazione democratica. Oggi è un giorno nuovo per l’istituto di democrazia diretta previsto dalla Costituzione italiana: la raccolta firme per i referendum può avvenire anche online. Con l’approvazione all’unanimità in commissioni Affari costituzionali e Ambiente – ma in un primo momento ostacolata, come ci aveva raccontato qui Marco Cappato – e con la pubblicazione odierna in Gazzetta Ufficiale diventa finalmente tangibile la possibilità di raccogliere firme per i referendum su piattaforme online certificate.

LEGGI ANCHE > «Didattica a distanza, smart working, possibile che solo la democrazia non accetti la digitalizzazione?»

Firme digitali per referendum, emendamento in Gazzetta Ufficiale

In questo grande traguardo ha avuto un ruolo fondamentale l’Associazione Luca Coscioni, che recentemente ha anche messo insieme 3mila sottoscrizioni per un appello al ministro della Transizione Digitale Vittorio Colao e che ha supportato il lavoro di Riccardo Magi in parlamento, promotore tra i suoi colleghi dell’emendamento che ha introdotto la possibilità di raccogliere le firme per i referendum anche in formato digitale.

Al momento, sarà possibile raccogliere le firme per il Referendum sull’Eutanasia Legale attraverso la piattaforma appositamente creata raccoltafirme.cloud/app, ma dal 2022 l’operazione verrà effettuata su una piattaforma governativa, unica e sicura: il solo spazio certificato per la raccolta online delle firme per i vari referendum da quella data in poi. Le operazioni di firma dei referendum saranno piuttosto semplici: per essere autenticate, le firme avranno bisogno dello SPID (l’identità digitale con la quale, ormai, si accede a diversi servizi messi a disposizione dalla pubblica amministrazione) o della carta d’identità digitale. Un passaggio semplice che permette all’Italia di allinearsi finalmente, e dopo la figuraccia fatta davanti alle Nazioni Unite che hanno condannato lo stato per violazioni del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici in occasione del caso Staderini-De Lucia del 2019.

«Una riforma storica, una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti – ha detto Mario Staderini -. Con la firma digitale il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti. È il risultato di anni di battaglie ed è  il primo passo verso un ritorno alla legalità internazionale e la rimozione delle irragionevoli restrizioni che ancora limitano i diritti politici». È arrivato anche il commento del presidente dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Gentili: «Con il digitale si supera il meccanismo discriminatorio dell’autentica, oltre che gli ostacoli previsti da una legge di oltre 50 anni fa, come la vidimazione dei moduli e le procedure vessatorie per la certificazione delle firme, e si evita, qualora dovesse peggiorare la situazione sanitaria, di dover uscire di casa per “fare politica”. La proposta iniziale di ampliamento alla firma digitale era destinata a persone con disabilità poi ha prevalso il buon senso e ora è una norma generale. Nessuno si era posto il problema per esempio di chi risiede all’estero. Adesso viene finalmente restituita loro la possibilità di sottoscrivere le proposte referendarie».

Share this article
TAGS