La disinformazione sulla settimana lavorativa in Finlandia (che non sarà di soli 4 giorni)

07/01/2020 di Enzo Boldi

In molti, leggendo la notizia riportata dalla stampa estera e nazionale, avevano espresso la propria delusione perché il progetto di ridurre la settimana lavorativa a soli quattro giorni fosse stato pensato in Finlandia e non in Italia. Ma la realtà dei fatti è che neanche tra i finnici ci sarà questo sollievo dalle mansioni lavorative. Quella che è circolata negli ultimi giorni, infatti, è un insieme di disinformazione e approssimazione, riprendendo una vecchia battuta fatta dalla giovane neo-premier finlandese ad agosto (quando si era ancora in campagna elettorale, con il voto arrivato a dicembre).

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Non possiamo parlare di una bufala, ma di estrapolazione di un pensiero nato e morto poco dopo averlo pronunciato. E a farlo era stata la 34enne Sanna Marin, eletta lo scorso 8 dicembre alla guida della Finlandia con la sua coalizione di Centrosinistra. E durante la campagna elettorale – per esattezza, durante la festa per i 120 anni del partito Socialdemocratico – aveva rilasciato una dichiarazione in merito. Ma era solamente il classico ‘pour parler’ elettorale.

La Finlandia e la settimana lavorativa da 4 giorni

In quella occasione, era il 19 agosto dello scorso anno, aveva sottolineato come sarebbe ideale per tutti una riduzione dell’orario di lavoro: passare a quattro giorni a settimana con turni da sei ore (e non più da otto). Il tutto per consentire a donne e uomini di dedicare più tempo alle loro famiglie. Ma, come detto, si trattava di una ipotesi, con tutti i ‘se’ del caso. Inoltre, sempre all’epoca, spiegò che le due cose erano incompatibili tra loro per via della scarsa produttività.

La disinformazione e le scuse del The Guardian

E di quella idea, infatti, non v’è stata più traccia. Non se ne è più parlato durante la campagna elettorale, non è stato detto più nulla in merito dopo la vittoria delle elezioni dello scorso 8 dicembre e non compare nel programma di governo. E la stessa stampa finlandese ha ricostruito la genesi di questa notizia infondata. Tutto è partito da un quotidiano online che non ha verificato le fonti. Poi a dare vasta eco è stato il The Guardian con l’autore dell’articolo che, dopo la diffusione della notizia, ha chiesto scusa per aver dato credito a questa informazione, facendo credere che quella proposta esistesse veramente. Insomma, una commistione di errori che hanno generato una disinformazione.

(foto di copertina: da profilo Facebook di Sanna Marin, primo ministro finlandese)

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