Il mondo del fundraising si incontra a Riccione e si misura con le sfide del digitale

La quindicesima edizione ha presentato delle occasioni di riflessione interessanti sul tema, per aprire nuove frontiere del crowdfunding

08/06/2022 di Gianmichele Laino

C’è il fermento e il senso di appartenenza a un’unica comunità. Tra le scale mobili del Palazzo dei Congressi di Riccione si rivedono i sorrisi delle persone, che fanno capolino tra mascherine sempre meno presenti. Sono i volti dei foundraiser che si confondono, si mescolano, si parlano. Per la quindicesima edizione, il Festival del Foundraising di Riccione ha fatto le cose in grande: tre giorni di appuntamenti, di eventi formativi, di sedute plenarie. O, semplicemente, di gente che si ritrova o che si conosce. Che fa proprio il motto di quest’anno, avrò cura di te.

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Festival del Fundraising, l’esperienza di Riccione

Andrea Rindone, CEO di Produzioni dal Basso (vi abbiamo parlato di questa piattaforma di crowdfunding qualche giorno fa), mi spiega lo spirito con cui quasi mille persone si sono avvicinate e avvicendate, in tre giorni, all’evento. «È un modo per conoscersi, per fare rete. Per alcuni è un’occasione di team-building. Le realtà del terzo settore che si confrontano in questa sede hanno storie diverse, si interfacciano tra di loro, fanno formazione seguendo i panel messi in piedi dall’organizzazione. C’è uno spirito di condivisione che è anche molto stimolante da osservare».

Da un lato, gli stand delle aziende che offrono prodotti e servizi ai fundraiser, dall’altro un cartellone fitto di appuntamenti con esperti del settore o con protagonisti di storie di successo. Può capitare di passare dallo stand di Seeweb, un cloud provider italiano che ha una sua verticalità nel supportare iniziative legate al terzo settore: una parte importante della sua offerta è dedicata ai fundraiser che, in questo modo, si trovano a disposizione infrastrutture e servizi in sicurezza.

Così come può capitare di incrociare gli sguardi entusiasti dei volontari che hanno collaborato alla buona riuscita dell’evento. Come Marta Antonini, che prima si è prodigata per aiutarmi a trovare delle storie da raccontare e poi ha deciso di raccontarmi la sua. Quella di una attivista che opera all’interno di Cittadinanza Onlus e che sta cercando di organizzare un viaggio in Africa nell’ambito di quell’attività, propria della non profit, di realizzare e sostenere progetti di cooperazione internazionale a favore delle persone con malattie psichiche o dei bambini con disabilità. Nelle sue parole, nella sua voglia di raccontare si percepisce l’urgenza di una missione. Un fattore comune, che si può cogliere anche in altre esperienze.

Susanna Cipollari, di AFAM Alzheimer uniti Marche, partecipa all’organizzazione di una campagna che punta a replicare una iniziativa partita con successo un anno fa: organizzare una vacanza al mare per i pazienti con Alzheimer. «L’anno scorso nessuno ci credeva e nessuno voleva prendersi la responsabilità. Invece è andata alla grande. Le persone che abbiamo accompagnato mi hanno detto “non ci ricordiamo dove siamo andati, ma sicuramente siamo stati bene”. Quest’anno ci riproviamo: abbiamo lanciato una campagna di raccolta fondi su Eppela – che si chiama Vorrei andare al mare, ndr – che sarà attiva fino al 30 giugno».

Festival del Fundraising

Ma si potrebbe citare l’entusiasmo contagioso di Angelo Bottone, co-founder di ImpactOn, quando racconta la crescita negli asset digital della Basilica di Sant’Antonio da Padova, assistita dalla sua start-up di growth hacking. «In meno di un anno, siamo riusciti a far crescere i suoi profili di 210mila followers. Tecnologia, comunicazione e dati sono il nostro pane quotidiano. Lo facciamo per tutti e cerchiamo di far capire ai foundraiser che, senza la tecnologia, senza il digitale, ci si aliena una parte importante di pubblico potenzialmente raggiungibile».

È l’equilibrio che deve raggiungersi, è la svolta che si deve comprendere: dal radicamento sul territorio si deve passare al presidio delle piattaforme. Strumenti alla portata di tutti per un settore, quello del non profit, che ha volumi importantissimi: 362mila organizzazioni secondo l’Istat, 862mila dipendenti totali, 80 miliardi di valore complessivo. Si tratta di realtà che possono trovare spunti inaspettati, come quelli raccontati da Francesco Armellino e da Salvatore Mulè: una maratona di live-streaming su Twitch per l’Associazione Italiana Sclerosi multipla ha acceso una spia sulla potenzialità di questa piattaforma – tradizionalmente associata al gaming – applicata al fundraising.

Il resto è l’incrocio di ispirazioni. Come quelle che Jordan Evans (Jet Propulsion Laboratory della Nasa), Cathy Latorre, Eleonora Mazzoni e Arianna Ortelli hanno portato sul palco della plenaria il 7 giugno. Perché si può mandare la sonda Curiosity su Marte, si può combattere per i diritti delle persone o si può progettare una startup innovativa per videogame inclusivi. Sono scintille, stimoli, spunti di riflessione. C’è un sorriso in più, tra i volti del Festival del Fundraising.

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