Feltri dice che dalla «Gruber sessista» vince chi è più cafone

Il casus belli è rappresentato dalla battuta di Lilli Gruber a Matteo Salvini nel corso della puntata di Otto e Mezzo del 1° ottobre scorso. In quella circostanza, la conduttrice aveva chiesto al leader della Lega la sua opinione sull’opportunità di fare comizi in spiaggia in mutande o in costume da bagno e aveva fatto una battuta sulla sua pancia. Vittorio Feltri, oggi, dalle colonne di Libero, attacca la giornalista, pur facendole i complimenti per gli ascolti ottenuti dalla sua trasmissione.

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Feltri attacca Lilli Gruber dicendo che a Otto e Mezzo vince il più cafone

Il segreto del successo di Otto e Mezzo, secondo l’editorialista, è rappresentato proprio dal suo essere di parte: con tre progressisti che solitamente ‘mettono in mezzo’ un uomo di destra, meglio se leghista, facendogli rimediare una brutta figura. Ma non per questo, afferma Vittorio Feltri, sono tutte rose e fiori, anzi.

La frase con cui viene liquidata Lilli Gruber – che nel titolo dell’articolo viene definita ‘sessista’ per il suo attacco alla pancia di Salvini – è molto netta: «Otto e Mezzo si è trasformato in un ring dove non vince il più forte, bensì il più cafone. E i cafoni sono parecchi». Il tutto è stato condito anche con degli occhielli al titolo dell’editoriale che tutto fanno meno che distendere i toni, con la Gruber che viene definita «Lilli la trucida».

I toni di Feltri aggiungono altro sale alla polemica

Insomma, se l’obiettivo dell’articolo era quello di stigmatizzare il linguaggio della giornalista che aveva attaccato – in maniera piuttosto inopportuna, in verità – la pancia di Matteo Salvini e richiamare a una distensione dei toni nel mondo dei talk-show politici e del giornalismo di informazione, l’obiettivo non è stato raggiunto. Anzi, i toni altrettanto forti di risposta non fanno altro che alimentare con altro sale la polemica.

FOTO: Vittorio Feltri e Lilli Gruber (archivio ANSA)

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