Vittorio Feltri se la prende con i figli che portano i ‘vecchi’ nella casa di riposo

09/04/2020 di Enzo Boldi

Il tema delle Case di riposo è diventato uno degli argomenti più discussi in questo periodo di emergenza sanitaria. In tutta Italia, da Nord a Sud, ci sono stati numerosi casi di contagio e morti per Coronavirus. L’emblema di tutto ciò sembra essere il Pio Albergo Trivulzio di Milano su cui, ora, sta indagando anche la magistratura. Vittorio Feltri, nella sua analisi della situazione, se la prende con i figli che portano gli anziani genitori in quelle strutture.

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«Ci si è accorti che gli ospizi sono macelli dove si muore lentamente e senza difese. Si entra e si esce imprigionati in

una bara. Gli ospiti non sempre sono trattati male, ma neppure bene. Sono considerati, persino nei migliori istituti, alla stregua di pacchi pieni di niente – scrive Vittorio Feltri nel suo editoriale -. Se hanno la pensione, la versano interamente all’amministrazione e quello che succede in seguito è tutto da raccontare, però nessuno lo racconta».

Feltri e i figli che portano i genitori nelle case di riposo

Il direttore di Libero non critica solamente quel che accade in quelle strutture, ma pone il suo mirino in direzione dei figli che lasciano i loro anziani genitori nelle Case di riposo «per sbarazzarsi del peso» di doverli accudire. E per fare tutto ciò ricorda un vecchio adagio: «Un padre e una madre, sia pure a fatica, riescono a crescere 12 figli, mentre 12 figli non sono in grado di mantenere e curare un genitore». Poi il riferimento entra ancor più nel dettaglio: «A causa della modernità,il compito di assistere i vegliardi è stato delegato alle istituzioni. Il nonno ti rompe le scatole? Facile. Lo affidi a un gerontocomio e te ne lavi le mani, un disturbo in meno, si fa spazio tra le mura domestiche ed è un sollievo per ogni componente del nucleo familiare. Se poi, come avviene di sovente, papà e mamma, oltre ad essere a tutti gli effetti dei reclusi, vengono intimiditi, picchiati, umiliati, pazienza. Pensi: ‘Non è mica colpa mia se la gestione dell’ospizio è simile a quella di una camera di tortura’».

Il rimpianto del direttore di Libero

Vittorio Feltri conclude la sua amara considerazione così: «Tutto ciò suscita tristezza, immalinconisce e fa pentire noi canuti di aver dato fiducia e amore ai nostri eredi, per i quali, dopo che li abbiamo allevati, siamo diventati un disturbo». Infine ha invitato i giovani a non fare il tifo per la dipartita degli anziani (cosa che sembra inattuale), perché il virus può toccare tutti.

(foto di copertina: da Fuori dal Coro, Rete 4)

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