Vittorio Feltri dice che Renzi ha fatto la figura dell’ovino
21/05/2020 di Enzo Boldi
Vittorio Feltri aveva previsto il finale del romanzo sulla doppia mozione di sfiducia a Bonafede: il ministro rimarrà al suo posto e la situazione non muterà. Oggi, all’indomani del voto a Palazzo Madama, il direttore di Libero analizza quel che è accaduto ieri al Senato, sottolineando l’inutilità di voti di questo tipo, con un finale già scontato. Feltri contro Renzi (e non solo), sottolineando come i proclami del leader di Italia Viva siano stati degli ululati alla luna (a mo’ di lupo), per poi fare la ‘figura dell’ovino’.
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Il direttore di Libero, ha puntualizzato alcuni punti fondamentali di quel che è accaduto mercoledì al Senato. I giochi politici e il tatticismo erano stati già svelati da chi, come lui, ha una grande esperienza per aver visto più volte nella sua carriera, cose simili. Ed ecco che quanto aveva previsto nei giorni scorsi, ieri si è avverato: bocciate entrambe le mozioni di sfiducia e lo status quo che resta inalterato. Proprio per questo motivo, Feltri sottolinea l’inutilità di scene come quelle mostrate ieri nell’Aula del Senato.
Feltri contro Renzi e la figura dell’ovino
«L’aggressività di Matteo Renzi alla vigilia della conta era semplicemente platonica, dimostrativa e priva di un obiettivo che non fosse la convalida di questo miserando gabinetto – scrive Vittorio Feltri nel suo editoriale pubblicato su Libero quotidiano -, il cui capo ha dimostrato di essere un abile difensore di se stesso nonostante trascorra il tempo a scrivere decreti di centinaia di pagine, seppure totalmente vuoti di ogni significato».
Il lupo e la pecora
«Renzi si è atteggiato a lungo da lupo, però alla fine ha emesso un belato ed è tornato all’ovile quale agnellino – prosegue il direttore di Libero -. Cosa altro avrebbe potuto compiere? Secondo me avrebbe fatto meglio a tacere allo scopo di evitare una figura da ovino, in attesa di un tempo più opportuno per sferrare attacchi al governo nato, peraltro, con la sua benedizione». Feltri contro Renzi, dunque. E non solo. Il giornalista sottolinea come il minacciare (o provocare) una crisi di governo in questo momento storico sia del tutto fuori luogo, considerando che per formare un nuovo Esecutivo servirebbe tempo. Cosa che, in una situazione di crisi sanitaria, non è l’ideale.
(foto di copertina: da Non è l’Arena, La7)