Federico Mollicone e la Sinistra internazionale terrorista dietro la Strage di Bologna

Le parole a Montecitorio di Federico Mollicone

02/10/2020 di Enzo Boldi

Oggi nell’Aula di Montecitorio è stata presentata un’interpellanza da parte di Fratelli d’Italia sul segreto di Stato per quel che riguarda la Strage di Bologna e non solo. A prendere la parola, in rappresentanza del partito guidato da Giorgia Meloni, è stato il deputato Federico Mollicone che ha contestato le sentenze arrivate fino a ora su quell’attentato terroristico del 2 agosto 1980 e la direzione che hanno sempre avuto le indagini. E le responsabilità secondo lui, non sono dei Nar e dei gruppi di estrema destra, ma della Sinistra internazionale terrorista

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Riportiamo di seguito l’intervento in integrale e trascritto di Federico Mollicone.

«Sono presenti molti aspetti non chiari della strage del 2 agosto. Proviamo a fare un quadro di quella maledetta mattina. Quel 2 agosto del 1980 a Bologna erano presenti terroristi italiani e internazionali, legati al gruppo Separt di Carlos, detto lo sciacallo. Esperti in trasferimenti di esplosivo perlopiù per il fronte popolare per la liberazione della Palestina, ma non solo, frangia marxista dell’organizzazione per la liberazione della Palestina. E in connessione con il KGB e i libici. Esplosivi simili a quello esploso a Bologna o negli attentati ai treni come quello di una stazione francese. Ovviamente queste connessioni con il KGB e i palestinesi emersero nella commissione Impedian.

Come emerso nel processo Cavallini, grazie al lavoro della difesa, dopo 40 anni i familiari di Maria Fresu, una delle vittime della Strage di Bologna, non hanno ancora ritrovato il corpo della propria congiunta, dato che i resti si sono dimostrati appartenenti a un’altra donna. Una vittima ulteriore probabilmente la trasportatrice dell’ordigno. Il corpo della Fresu, quindi, risulta scomparso e il reperto facciale attribuito appartiene a persona ignota. L’86esima vittima, non essendo attribuibile per le sue caratteristiche ad alcuna vittima conosciuta, come dimostrato dai verbali espletati dall’istituto di Medicina legale dell’Università di Bologna».

Federico Mollicone e la Sinistra internazionale dietro la Strage di Bologna

Poi Federico Mollicone prosegue:

«Quindi dopo 40 anni non hanno più certezze, non ci sono più certezze per i familiari e per tutti noi. Neanche dove sia finito il corpo della propria figlia. Nemmeno noi italiani abbiamo più certezze: non crediamo in alcuni magistrati, in altri sì. In quelli che a Bologna hanno omesso il proprio dovere, come risulta dagli atti.

Poi un secondo punto, la presenza mai chiarita a Bologna dei terroristi delle cellule rivoluzionarie. Appurata nel corso della prima inchiesta sulla strage, ribadita da un articolo pubblicato su Il Giornale il 6 settembre 2012. Entrambi (i due terroristi citati, ndr) esperti di esplosivi. Ma a Bologna non ci sarebbero stati solo Thomas Kram e Christa Margot Frohlich (detta Heidi). Nell’Hotel Milano, affianco al Jolly dove alloggiavano i terroristi di Carlos, alloggiavano le tre donne con passaporti cileni. Guarda caso prassi identica a quella per le coperture proprio del gruppo Separat e, in generale, per quelli dei terroristi palestinesi.

C’era a Bologna anche Francesco Marra, brigatista che partecipò al rapimento del generale Sossi e che alcuni brigatisti dicono essere un infiltrato. Incredibilmente nessuno indaga su questo e nessuno ha indagato. In questi anni continua una sorta di fiction a puntate fatta di processi con esiti inverosimili.

Adesso parliamo dei mandanti. Un vecchio plot trito e ritrito riproposto da un ex parlamentare della Sinistra. Un fantasy giudiziario smentito dagli avvocati, dall’avvocato di Gelli in persona, dal processo a Cavallini. In particolare sui presunti soldi che i Nar avrebbero ricevuto dalla P2 e denunciato anche dal giornalista Massimiliano Mazzanti del Secolo d’Italia. Tutte favole e trame già smontate da diversi dibattimenti.

Abu Saleh diventa una figura chiave di Bologna quando incrocia sulla sua strada il giudice Gentile, istruttore proprio nel processo sulla strage di Bologna, che lo frequenta come lui stesso ammette (cioè il giudice) e riceve anche regali dal capo delle operazioni speciali. Non solo, ma viene mandato a Roma da Gentile con la sua autorizzazione a fare non si sa cosa. Ha confermato, anche grazie alla rogatoria.

I magistrati bolognesi, alcuni magistrati, hanno omesso di indagare su questa pista del terrorismo internazionale legata alle dinamiche della guerra fredda. Il patto segreto e allora inconfessabile ma dimostrato dalla stretta attualità, per cui l’Italia era sì alleata e inserita nel contesto delle alleanze politico-militari occidentali. Ma si teneva a riparo da attentanti da parte del mondo arabo grazie a quello che viene definito comunemente dagli addetti ai lavori dal lodo Moro, stipulato con i palestinesi dal colonnello Stefano Giovannone, che invece di interfacciarsi con i vertici dei Servizi si riferiva direttamente al massimo esponente di un partito politico.

Ad oggi gli unici dati certi sono la presenza di terroristi internazionali legati alla sinistra internazionale terrorista Ma tutte le inchieste e tutti i processi hanno sentenziato un’altra cosa. andando esageratamente in direzione simmetrica e opposta. la strage segue di pochi giorni quella di Ustica e anche lì i cablogrammi di Giovannone ci raccontano di minacce esplicite dopo la rottura del lodo Moro, in seguito all’arresto proprio di Abu Saleh. La vera figura chiave che lega Ustica e Bologna città dove abitava e da cui partì l’aereo Itavia.

In seguito a questo processo c’è e ci sarà una protesta ufficiale dell’autorità palestinese che in buonafede, avendo fatto un accordo con lo Stato italiano, chiede che venga liberato per via di quello scudo (lodo Moro). Anche Cossiga lo disse apertamente: un incidente ha provocato la strage di Bologna, un ordigno è esploso inconsciamente o volutamente durante il trasporto verso il reale obiettivo. I documenti che lo proverebbero sono inaccessibili, bloccati dal Segreto di Stato».

L’interpellanza di Federico Mollicone sul Segreto di Stato

«Con questa interpellanza non difendiamo solo la storia della destra. Questa nuova indagine è grottesca e con trame e complotti tenta di infangare coinvolgendo anche il senatore missino Tedeschi e il Movimento Sociale Italiano tutto. Noi qui difendiamo la sovranità nazionale e il diritto dei parenti delle vittime di conoscere la verità, non una verità. Vedete, in Italia è stata giocata una partita a scacchi tra ovest ed est che ha causato molti morti».

Le verità processuali

Al netto del discorso di Federico Mollicone dai banchi di Montecitorio, occorre puntualizzare come le verità processuali indichino (come ammesso dallo stesso deputato, ma polemicamente) una direzione ben diversa. L’ultima sentenza sulla Strage di Bologna è quella della Corte di Cassazione del 23 novembre 1995: ergastolo per i due militanti dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari) Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Condanna per il capo della P2 Licio Gelli, dei due vertici del Sismi Pietro Musumeci e Francesco Belmonte, e del faccendiere Francesco Pazienza per depistaggio delle indagini. Inoltre, il 9 maggio del 2020, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Appello anche Gilberto Cavallini (ex membro dei Nar).

(foto di copertina: da canale Youtube della Camera dei deputati)

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