I genitori di Fabrizio “Diabolik” Piscitelli contro Report: «Servizio su nostro figlio approssimativo»

I genitori di Fabrizio Piscitelli, l’ultras della Lazio conosciuto con il nome di Diabolik e ucciso lo scorso 7 agosto al Parco degli Acquedotti, punta il dito contro la trasmissione “Report” condotta da Sigfrido Ranucci per aver mandato in onda un servizio sull’omicidio del figlio «approssimativo».

I genitori di Fabrizio “Diabolik” Piscitelli contro Report: «Servizio su nostro figlio approssimativo»

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«I genitori di Fabrizio, uniti ai fratelli, dopo aver visto la puntata di Report non possono esimersi da alcune considerazioni che forse meritano attenzione». Con queste parole inizia la condanna dei genitori di Fabrizio Piscitelli nei confronti della trasmissione Report che ha mandato in onda un servizio sull’omicidio che è «risultato ai nostri occhi ormai ridondante e approssimativo su nostro figlio». In particolare il video mostrava «probabilmente per vivacizzare l’attenzione» una nota della questura «risalente all’anno 2007 in cui una fonte confidenziale, indicava nostro figlio quale mandante dell’illecito subito da Fabrizio Toffolo». «A distanza di 12 anni e certi che nostro figlio non ha avuto alcuna condanna per tale fatto criminoso – continua il comunicato dei genitori-  è d’obbligo chiedersi in ogni caso, quanto sia stata attendibile l’eventuale fonte e quanto sia realistico parlare di sicurezza in questo paese». I genitori nella nota rinnovano di essere ancora in attesa dalla questura di conoscere «gli esiti di una indagine certamente complessa ma che vede ancora liberi gli assassini e i mandanti di un efferato omicidio avvenuto in pieno giorno estivo ed in un parco pubblico assai frequentato da ogni fascia di età». «Riteniamo che nostro figlio, sebbene abbia commesso errori pagati interamente alla giustizia senza avere sconti o permessi premio, sia dal giorno 7 agosto, una vittima» hanno concluso.

Ranucci risponde ai genitori di Diabolik: «Massimo rispetto» ma «nessuna approssimazione»

Chiamato in causa, il conduttore della trasmissione Report, Sigfrido Ranucci è intervenuto a difesa dei giornalisti autori del servizio criticato dai genitori di Piscitelli. «Massimo rispetto per la famiglia di Piscitelli, come per tutti i familiari che hanno perso un figlio a causa della droga e di azioni violente che troppo spesso accompagnano le cronache degli stadi – ha commentato il giornalista ad Adnkronos aggiungendo però che non vi è stata «nessuna approssimazione da parte dei giornalisti di Report e dell’inviato Federico Ruffo che ha dato semplicemente conto, da buon cronista, di una nota che era all’interno di un verbale della Questura secondo la quale un informatore avrebbe rivelato che il mandante di una delle due gambizzazioni di Toffalo fosse proprio Piscitelli». Ranucci ha spiegato di aver chiesto «proprio al diretto interessato» il quale avrebbe risposto di «non sapere chi fosse il mandante e che, se anche lo avesse saputo, non lo avrebbe mai rivelato pubblicamente». «Non serviva certo per vivacizzare un contesto che era ben vivace di suo» ha incalzato il conduttore, citando temi già di per sé scottanti che intersecano la vicenda dell’omicidio, come «abbracci incestuosi tra dirigenti di calcio e ultrà e giri di soldi provenienti dal bagarinaggio» oltre a «spaccio di droga nelle curve che erano un mercato da conquistare, dove si erano infiltrati anche la camorra ed esponenti della estrema destra, autori di aggressioni». Non solo: «Si parlava anche di collegamenti di Carminati con esponenti del tifo della Roma e della Lazio». L’intento della trasmissione, ha quindi concluso il giornalista, è sempre stato quello di «sensibilizzare l’opinione pubblica sul vento di razzismo e di discriminazione che soffia sempre più sul Paese».

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