Condannato nel 2016 perché bruciò viva la sua ex: il colpevole ha già avuto tre permessi premio

06/10/2019 di Enzo Boldi

Dopo il caso del vigilante ucciso a Napoli nel 2018, arriva un altro caso di permessi premio concessi a una persona condannata per omicidio. La vicenda arriva da Corigliano (in provincia di Cosenza) dove il 24 maggio del 2013 la 16enne Fabiana Luzzi venne uccisa dal suo ex fidanzato Davide Morrone. Una morte brutale con la giovanissima ragazza che venne bruciata viva dopo esser stata colpita con ben oltre 20 coltellate. Il giovane è stato condannato per questo omicidio, nel 2016, a 18 anni e sette mesi di reclusione e già questa decisione dei giudici fece scaturire enormi polemiche. Ora, a poco più di tre anni dalla sentenza, il padre della sedicenne denuncia i tre permessi premio già concessi all’omicida di sua figlia.

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«Mai avrei immaginato che potesse accadere una cosa del genere. Non ci volevo credere quando una nostra amica ci ha informati di aver visto l’assassino di Fabiana camminare per le strade di Corigliano – ha scritto Mario Luzzi in una lettera aperta rivolta al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella -. Sono corso subito dai carabinieri per avere conferma. Quando l’ho detto a mia moglie è svenuta. Anch’io ho avuto un malore e per entrambi è stato necessario il ricovero in ospedale. Chi ha calpestato la nostra dignità deve renderne conto. Io mi auguro che il presidente Mattarella e il ministro Bonafede mi chiamino».

Ancora polemiche per i permessi premio ai condannati

Parole di sconforto e delusione, anche perché quel permesso non sarebbe stato l’unico: «Nel marzo del 2016 in Cassazione l’assassino fu condannato a una pena di 18 anni e sette mesi di reclusione, una pena ridicola in confronto alla gravità di ciò che ha fatto – prosegue il padre di Fabiana Luzzi -. Adesso sono venuto a conoscenza che quest’anno, già tre volte, ha ottenuto licenze premio. Tutto questo mette in discussione il significato della parola giustizia».

La barbara uccisione di Fabiana Luzzi

La vicenda, come detto, risale al 24 maggio del 2013. Il 17enne Davide Morrone attirò la sua ex fidanzata, la 16enne Fabiana Luzzi, lontano da casa per parlare della loro relazione ormai conclusasi. Una volta arrivati (a bordo della moto di lui) in una stradina di campagna, iniziò una discussione che culminò nelle 20 coltellate che lasciarono la giovanissima ragazza agonizzante a terra. Morrone, un’ora dopo, tornò sul posto con una tanica di liquido infiammabile e diede alle fiamme il corpo della sua ex. E fu proprio l’omicida a confessare agli investigatori: «Era ancora viva quando le ho dato fuoco».

(foto di copertina: ANSA/FRANCESCO ARENA)

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