Il primo test per gli italiani all’estero: il voto sul portale eVote

Sul portale del ministero dell'Interno è comparso un annuncio: «eVote si sta preparando per voi»

07/12/2023 di Gianmichele Laino

Un banner, nemmeno bellissimo dal punto di vista estetico. E – se il buongiorno si vede dal mattino – sicuramente ci sono delle considerazioni da fare e delle cose non propriamente positive da aspettarsi. Cosa potrebbe andare storto, del resto, quando si parla di un sistema di voto elettronico che, anche a livello di letteratura tecnica, ha molte voci contrastanti a riguardo? Eppure, la piattaforma eVote, sul sito del ministero dell’Interno, sembra pronta per essere lanciata. Il primo esperimento partirà dalle ore 8 del mattino (orario di Roma) del 13 dicembre e servirà per testare la possibilità che, attraverso questa piattaforma, gli italiani all’estero possano esercitare il proprio diritto di voto. Un diritto che, al momento, prevede una lunga e farraginosa procedura, fatta di plichi con schede elettorali inviate in anticipo e procedure di scrutinio sempre molto difficoltose (quando non oggetto di dispute).

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Parte l’esperimento della piattaforma eVote che punta a dare la possibilità di votare in sicurezza agli italiani all’estero

Il fatto che l’attuale procedura di voto per gli italiani all’estero sia piuttosto antiquata e poco intuitiva, comunque, non autorizzerebbe a lanciarsi in sperimentazioni pericolose che, anche in altri Paesi (nonostante il loro stato di avanzamento tecnologico), hanno mostrato delle lacune piuttosto serie. Tant’è: dando seguito a delle operazioni iniziate già nel corso della precedente legislatura, il ministero dell’Interno ha provato a dare una accelerata alla questione, facendo partire una sperimentazione per gli italiani all’estero e capire potenzialità e vulnerabilità della piattaforma per il voto elettronico e digitale.

Il portale di voto è stato sviluppato da Accenture. Il ministero dell’Interno, nei giorni scorsi, ha inviato una mail con cui ha dato indicazione agli italiani residenti a Londra, Stoccolma, Monaco di Baviera e Charleroi su come accedere alla piattaforma e sui suoi meccanismi di funzionamento. La simulazione si svolgerà dalle 8 del 13 dicembre, fino alle ore 20 del 14 dicembre e può essere avviata su base volontaria: potranno partecipare tutti gli italiani iscritti nell’anagrafe dei residenti all’estero, che siano in possesso dei requisiti d’età per il voto e che abbiano a disposizione un sistema di identità digitale come Spid o Carta d’identità elettronica.

Dopo aver prestato il proprio consenso, l’elettore dovrà accettare le schede per l’elezione in oggetto. Ovviamente, al momento si tratterà esclusivamente di una simulazione, non essendo stata organizzata nessuna tornata elettorale. A questo punto, si dovrà procedere al voto, non prima di aver atteso – potenzialmente solo qualche secondo – per l’anonimizzazione del dato. Che voto sarebbe senza il segreto dell’urna? Proprio questo si candida a essere il passaggio più delicato dell’intera procedura: la piattaforma – non è chiaro ancora secondo quale procedura – dovrebbe anonimizzare l’indirizzo IP e il dato personale precedentemente comunicato dall’utente (attraverso l’accesso con Spid o Carta d’Identità Elettronica). Alla fine del processo (che non prevede la possibilità di un voto nullo, ma che prevede regolarmente la scheda bianca), l’utente può scaricare il certificato di avvenuta votazione in formato PDF.

Che la seconda parte del processo sia piuttosto delicata è stato certificato, anche in passato, dai tecnici del ministero dell’Interno che avevano condotto un esperimento piuttosto limitato sulla piattaforma IoVoto (di cui parleremo nel corso del nostro monografico odierno). In quella circostanza non era stato possibile garantire al 100% la segretezza del voto e l’anonimato.

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