I 5 errori che non bisogna fare per commentare le elezioni Usa 2020
Dal nome dei Grandi elettori, all'Ohio
03/11/2020 di Gianmichele Laino
Quando si verifica un evento dalla portata internazionale come quello delle elezioni negli Stati Uniti, la tendenza di tutti i cittadini del pianeta – già, noi italiani non siamo i soli a farlo su questa terra – è quella di fare sfoggio di grande perizia sull’argomento, soprattutto attraverso i post sui social network. È uno schema che si ripete a ogni bivio della storia. Ma per arrivarci – e prendere la decisione giusta – bisogna avere il navigatore ben impostato ed evitare errori elezioni Usa. Qui ne elenchiamo cinque.
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Errori elezioni Usa, la differenza tra Grandi Elettori e delegati
Il sistema elettorale degli Stati Uniti prevede in realtà che i cittadini votino per il presidente per via indiretta: il popolo, infatti, è chiamato a eleggere i suoi rappresentanti che – in un secondo momento – avranno il compito di scegliere il prossimo inquilino della Casa Bianca. Si tratta dei cosiddetti Grandi Elettori, che qualcuno – però – confonde con i delegati. I Grandi Elettori sono 538, divisi per i 50 stati più il distretto della Columbia. Sono diversi dai delegati, che invece sono i rappresentanti scelti dagli elettori dei partiti durante le primarie che – alle convention – eleggono i candidati dei rispettivi partiti.
Errori elezioni Usa, non sempre the winner takes all
Il sistema elettorale americano è un sistema maggioritario. Chi ottiene un singolo voto in più nei vari stati, ottiene automaticamente tutti i Grandi Elettori di quegli stati. Vale così dappertutto? No. Il sistema elettorale cambia in Maine e in Nebraska. Quest’ultimo stato, tra le altre cose, misura un po’ la temperatura del Paese, soprattutto in alcuni collegi congressuali. Cosa significa questo? Lo spieghiamo bene qui.
Bonus track: sapete che i Grandi Elettori, in alcuni casi, si sono ribellati e – al momento del voto per il presidente – hanno votato in maniera difforme rispetto al risultato elettorale nel loro stato? Ci sono stati circa 150 casi come questo nella più che centenaria storia delle elezioni americane.
Errori elezioni Usa, occhio a dare per assegnato uno stato
Una delle immagini più curiose delle elezioni americane è quella della cartina geografica con tutti e cinquanta gli stati che, man mano si colorano di rosso e di blu. Innanzitutto state attenti: il rosso è il colore dei repubblicani (nonostante, nel nostro immaginario, non sia un colore che ben si sposa con un partito di destra conservatrice), il blu è il colore dei democratici. Poi, bisogna stare molto attenti nell’assegnare uno stato: i Grandi Elettori – soprattutto negli stati con più peso – possono essere decisivi a determinare l’esito della competizione. Quando la differenza nei voti popolari è piuttosto risicata, è sempre bene utilizzare l’espressione to close to call. Impossibile da valutare a occhio nudo: in questo caso, è opportuno attendere un esito il più possibile definitivo dello spoglio, senza considerare il probabile riconteggio.
Errori elezioni Usa, cosa significa ‘riconoscere la sconfitta’
Dai film americani siamo stati abituati a candidati alla presidenza che, a un certo punto della lunga notte dello scrutinio, chiamavano il proprio avversario per riconoscere la sconfitta. È un passaggio tutt’altro che formale, ma che prevede un significato profondo dal punto di vista costituzionale. Per quest’anno, infatti, c’è un timore molto diffuso tra gli americani rispetto al fatto che Donald Trump possa tardare il più possibile nel riconoscere la sconfitta, soprattutto grazie al grande peso che quest’anno ha il voto via posta. In presenza di più di uno stato conteso, infatti, Donald Trump potrebbe tardare a riconoscere la sconfitta. A lungo andare, questa situazione di stallo potrebbe essere risolta soltanto dalla Corte Suprema.
Errori elezioni Usa, l’Ohio non è uno stato come gli altri
C’è una definizione molto suggestiva che riguarda le elezioni americane. Quella di stato bellwether. Cosa significa? Ci sono territori la cui popolazione vota in maniera ‘più simile’ a quella dell’intero Paese. Occhio quindi a sottovalutare l’Ohio. I suoi 18 Grandi Elettori già gli attribuiscono un peso specifico maggiore rispetto al resto degli stati. Ma la verità è che il suo elettorato è uno specchio fedele della popolazione americana: spesso, il partito che vince qui esprimerà il presidente degli Stati Uniti.