Enciclica Francesco, le accuse di sessismo per il titolo ‘Fratelli tutti’

L'osservazione parte da We are Church international e coinvolge alcune teologhe

03/10/2020 di Gianmichele Laino

Non bastano i problemi legati alla gestione economica del patrimonio in Vaticano e le accuse a Papa Francesco di essersi fatto circondare da persone che non hanno a cuore gli interessi della Chiesa. Negli ultimi giorni, il pontefice deve affrontare anche alcune proteste legate al titolo della prossima enciclica Francesco, che il papa ha scelto di titolare Fratelli tuttiPer alcune organizzazioni cattoliche e per alcuni teologi, infatti, il titolo sarebbe sessista, dal momento che escluderebbe la componente femminile dall’appello che il papa rivolge all’intera umanità per chiedere unità in questo periodo di pandemia causato dal coronavirus.

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Enciclica Francesco, di cosa parla e quando verrà presentata

L’enciclica Francesco, un documento che il papa rivolge alla comunità internazionale dei fedeli, affronta il delicato tema della cristianità nella pandemia, invita i fedeli a restare uniti e a non dividersi, a richiamare quello spirito di collaborazione che, spesso, nella vita reale è ostaggio degli egoismi non solo personali, ma anche delle nazioni (governate dagli interessi economici, principalmente).

Fratelli tutti è una citazione di San Francesco e, per questo motivo, l’enciclica verrà presentata ad Assisi dove il papa ha scelto, simbolicamente, di recarsi come primo viaggio al di fuori delle mura di Roma dall’inizio della pandemia di coronavirus. Tuttavia, è bastato che circolasse il titolo dell’enciclica Francesco per poter scatenare alcune proteste.

Enciclica Francesco, perché è accusata di sessismo

L’organizzazione We are Church International, con il supporto di alcune teologhe, ha fatto notare come l’utilizzo del termine ‘fratelli’ sia ormai antiquato e in contrasto con l’indirizzo che Papa Francesco, sette anni fa, aveva voluto dare al suo pontificato, affacciandosi alla balconata di piazza San Pietro e salutando i ‘fratelli e sorelle carissimi’. La Santa Sede, tuttavia, ha replicato in maniera ufficiale affermando che si può considerare del tutto inverosimile l’idea che il papa possa escludere dalla sua enciclica oltre la metà della popolazione mondiale (di sesso femminile) dal suo messaggio e che Bergoglio ha preferito mantenere la citazione originale di San Francesco non modificandola.

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