L’Emilia-Romagna ringrazia Bonaccini e Sardine a Modena: «Il centro-sinistra riparte da qui»

Grande festa ieri sera in Piazza Grande a Modena. Il clima che si respirava era quello tipico dell’Emilia-Romagna e degli elettori Bonaccini: esultare sì, ma con discrezione, quel lasciarsi andare ai festeggiamenti con dignità e rispetto, senza mai offendere nessuno. Sul palco di Piazza Grande erano presenti non solo gli esponenti di sinistra, dai sindaci della regione a Nicola Zingaretti, ma anche le Sardine. Tramite le parole di Giulia Sarcone e il messaggio di Stefano Bonaccini, governatore riconfermato per altri cinque anni, sembra che sul palco di Modena si sia messo il punto per dare inizio a qualcosa di nuovo.

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Sardine: «Da ora alimenteremo il dibattito democratico vigilando sulle azioni della politica»

Da ieri sera il ruolo delle Sardine nel contesto politico italiano sembra un po’ più chiaro. Anche loro ripartono dal risultato in Emilia-Romagna con un’intenzione precisa: continuare a smuovere gli animi, ad essere quell’anello che per tanto tempo è sembrato mancare tra la politica e i cittadini, l’interruttore che accende la partecipazione. Giulia Sarcone ha parlato di un’Emilia-Romagna che non si fa prendere dalla retorica tossica e dal rumore di fondo della disinformazione ma che «conosce le sue radici, sa che la retorica dell’odio non le appartiene e riconosce i leader politici che strumentalizzano le questione». E che ha reso chiaro in che direzione vuole andare. Il messaggio alla politica – e alla sinistra in particolare – è chiaro: bisogna «riconoscere la partecipazione a questa elezione come occasione unica per ridare vigore alla democrazia» discostandosi dall’autoreferenzialità e creando una «politica che ascolti i cittadini con umiltà e che abbia il coraggio di prendere posizioni che la bolla mediatica fa credere scomode ma che in realtà sono di milioni di persone».

Stefano Bonaccini: «Così come in Emilia-Romagna, la sinistra deve lavorare insieme e uscire con una sola voce»

Stefano Bonaccini è salito sul palco accolto dalle persone e da tutti quelli che hanno lavorato insieme a lui parlando di Emilia-Romagna ma non solo. Il presidente della regione Emilia-Romagna ha parlato per la sinistra e alla sinistra italiana: «Si può lavorare insieme senza litigare e dare un messaggio di unità anche quando si hanno opinioni diverse. L’importante è fare mediazione e, una volta discusso, uscire con una voce sola. Abbiamo bisogno di costruire un nuovo centro sinistra più largo, civico, che dia più voce alle persone e che faccia partecipare, che dimostri che dopo dieci sconfitte in dieci regioni non si può solo perdere». Solo due parole per Matteo Salvini: «ci ha sfidati ma insieme lo abbiamo battuto». In piazza ad ascoltarlo c’era l’Emilia-Romagna che ha vinto, quella «che se vieni a suonare i campanelli ti dice che devi andare a casa tua, che si confronta col resto del paese e del mondo con umiltà e senza arroganza, quella che sa criticare e che pretende qualità e servizi».

Elettori Bonaccini: le richieste per il futuro della regione

Hanno avuto un po’ di paura, gli elettori di Bonaccini, ma in fondo non hanno realmente dubitato di questo risultato. La riconferma del governatore è stata accolta in maniera festosa nella piazza principale della sua città di origine. Cosa chiedono a Bonaccini coloro che lo hanno scelto? Che «continui così», di «migliorare ancora di più la sanità pubblica, che va preservata», di «investire sulla scuola e l’istruzione come punto di partenza», «più investimenti per il trasporto pubblico», di «risollevare in maniera concreta il centro-sinistra» e di «presentarsi come segretario di partito per il PD».

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