Alcuni politici hanno usato la storia dell’elefantessa morta contro la comunità musulmana

Le tragedie strumentalizzate dalla politica purtroppo rispecchiano un detto: “Tutto il mondo è paese”. Così come accade in Italia, anche in India alcuni personaggi e partiti politici agiscono sfruttando a proprio favore le disgrazie altrui. Nella giornata di oggi i social media italiani si stanno concentrando sulla storia dell’elefantessa morta rimasta uccisa a causa di un’ananas riempito di petardi che ha provato a ingerire. L’esemplare di pachiderma era anche incinta. Provando a ricostruire la situazione abbiamo capito come non ci sia stata nessuna azione volontaria dietro un fatto che, a prescindere, rimane grave e da condannare. L’utilizzo di simili esche per tenere lontani gli animali – siano essi pachidermi, cinghiali o qualunque altro tipo – rimane una pratica barbara e non totalmente legale.

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La strumentalizzazione della storia dell’elefantessa incinta morta

Torniamo a noi, strumentalizzazione politica. Se il caso in Italia è esploso oggi, nel paese dove è avvenuto della questione si parla già almeno da un paio di giorni. Lo si capisce chiaramente consultando siti di news locali e anche andando sui social media, dove sono tantissimi i politici che sono intervenuti sulla questione, spesso e volentieri in maniera impropria riferendo i fatti in modo impreciso e corredando le proprie parole con notizie fake. Un fatto del genere, che ha scosso gli animi di moltissime persone, si presta perfettamente ad essere utilizzato da chi pratica un certo tipo di politica definibile populista, che mira alla pancia delle persone e non alla testa. Ecco che allora sono comparsi messaggi politici travestiti da messaggi di corsoglio che – sottolineando come il fatto sia avvenuto in una determinata provincia – insinuando che la questione (bollata come volontaria senza che ci fossero ancora prove) fosse legata alla maggioranza musulmana del luogo.

«Elefantessa uccisa nel solo distretto a maggioranza musulmana dello stato»

Premessa: il fatto non è avvenuto a Mallapuram ma a Palakkad, entrambi nello stato di Kerala. Determinati personaggi legati all’ala destra del paese hanno deciso di utilizzare quanto accaduto al povero animale per attaccare apertamente Mallapuram. Domandando più controlli e punizioni più severe per chi utilizza questi barbari metodi – posizione anche condivisibile – alcuni politici hanno apertamente associato l’accaduto a quel luogo, l’unico nel quale – emerge dai tweet – sarebbe potuta accadere una cosa simile.

Il collegamento nel tweet di Tarek Fatah è evidente: la questione è avvenuta proprio in quel distretto perché è il solo a maggioranza musulmana di tutto lo stato. L’uomo è un noto diffusore di fake news e troll di origine pakistana che, tra le altre cose, ha corredato le sue parole con dati provenienti da un articolo del sito di destra Swarajya, incluso nella lista di fonti che diffondono quotidianamente notizie false fatta dalla BBC.

Anche in questo caso le parole di cordoglio di Arun Pudur, commentatore legato alla destra, mettono in relazione la triste vicenda alla comunità musulmana, incitando così all’odio per un colpevole che – effettivamente – non era stato individuato e accusando le persone di un luogo che – come emerso poi – non è quello in cui il fatto è realmente accaduto.

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