L’egoismo sincero

Essere egoisti è più onesto, meno equilibrato e più semplice

04/09/2020 di Matteo Forte

L’egoismo, spesso etichettato come valore bieco dell’esistenza umana, si è dato da fare in questo periodo. Lo abbiamo visto tutti in questo lungo periodo di privazioni, altalenate da responsabilità negate e azioni che non pensavamo di essere in grado di fare. Spesso, privi di orientamento se non quello di noi stessi, ci siamo visti a pretendere attenzioni, cose, soddisfazioni, emozioni. Nude, crude, vissute così, a riempimento e a vivere per vivere. Un grande personaggio mi disse una volta che di fronte ad un equilibrio tra ciò che sono le nostre responsabilità e ciò che è il nostro ego non dobbiamo fare altro che “vivere”. Vivi, Mattè, mi disse.

Subito non capii ma dopo poco fu chiaro cosa volesse dirmi: l’eterno alternare tra egoismo ed egocentrismo col fine ultimo di avere equilibrio. Un equilibrio di vita, di elementi del vivere, utili a non farci sentire in colpa e a non annichilirci dietro ad una vita vissuta per conto del vivere stesso.

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Egoismo contro equilibrio, una scelta difficile

Equilibrio, fu la parola cardine di quel discorso. Equilibrio, per noi, in un contesto di incomprensioni e di egoismi, però, capaci di mettere alla prova proprio in questo periodo qualsiasi forza contraria che ci facesse camminare sereni lungo il sentiero della nostra vita.

Nel fermarmi a guardare il mondo capii che per essere equilibrati si dovevano necessariamente cercare dei compromessi e quello stesso compromesso serviva, era utile, per garantire una vita agiata e una vita bella per chi, meno forte, doveva saper trarre da questo equilibrio un sereno modo di vivere.

L’egoista, con cui ci si confronta ogni giorno, è una creatura molto più semplice e meno raffinata. In un certo senso, la sua stessa semplicità, lo rende più vicino alla purezza. Una linearità di comportamento decisamente più simile ad una categoria a priori. Essere egoisti è un modo di vivere che ammette più carognate, più piacere fisico, più gusto, più…cose. Cose, senza pensiero astratto o ragionamento, simili ad una vita primordiale che per sua definizione è l’essenza vera dell’uomo senza sovrastrutture.

Badate, non sono qui a rinnegare il progresso umano, citata ancora da una recente mancanza come Philippe Daverio – il quale non ha mai perso la speranza che la cultura potesse migliorare progressivamente l’uomo.

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Credo che in questo momento, in cui l’indulgenza è ciò che rende l’uomo appunto migliore, si debba fare uno sforzo per non dimenticare quanto sia normale il populismo e la vita delle persone semplici. Non dobbiamo non amarle, non dobbiamo osteggiarle, dobbiamo solo vederle per come sono: semplici, frutto di difficoltà e di umanità spesso meno artefatte di chi cerca per sua natura di essere ogni giorno un uomo migliore.

Chi è oggi forte ha il dovere di guidare nel quotidiano chi cede, ha ceduto, alla banalità dell’essere egoista. Credo che nella comprensione, senza perdono, ci sia la chiave per essere anche noi – minoranza probabilmente – migliori. Per non perdere ancora una volta quella complessità che distingue tutti noi dal banale alla “pienezza” interiore.

E allora è meglio essere egoisti o equilibrati?

L’egoismo sarà pure bieco, ma è umano e normale. L’equilibrio è per pochi fortunati che devono ringraziare di essere e spingere affinchè tutto questo diventi più dolce e sopportabile.

Meglio essere egoisti o equilibrati? Non posso rispondere a questa domanda ma posso dirvi con certezza che essere egoisti è più onesto, meno organizzato e più semplice. E per chi come me riesce ad essere equilibrato solo quando si è circondati da persone semplici, è un peso necessario per essere – ancora una volta – persone migliori.

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