In Egitto essere una influencer su Tik Tok che si trucca e si veste all’occidentale significa carcere

Cosa vediamo di diverso in queste foto rispetto a quelle che scattano le ragazze e influencer occidentali per poi pubblicarle sui social? Nulla, se non un velo a coprire il capo in certi casi. La grave colpa di Haneen Hossam, Mowada al-Adham e altre tre giovani donne egiziane è quella di vestirsi e truccarsi come le occidentali. In Egitto essere donna e voler disporre del proprio corpo e della propria immagine è punibile con il carcere.

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L’Egitto in fermento con il #Metoo è quello che arresta giovani influencer

 

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فطرتو اي انهارده انا مكرونه وبانيه ڤديو جديد بكره علي قناتي علي اليوتيوب

Un post condiviso da موده الادهم – Mawada Eladhm (@mawada_eladhm) in data:

Con il #Metoo in pieno corso e una serie di rivoluzioni partite tra social e hashtag, l’Egitto è sicuramente un paese in cui la posizione delle donne è estremamente difficile. Riuscite a immaginare un luogo in cui per un selfie, un video, l’esposizione del vostro corpo in una foto sui social possa comportare l’arresto? Questo è quello che è successe a Haneen Hossam, Mowada al-Adham e altre tre giovani influencer che sono state condannate per via del fatto che i video che hanno pubblicato su Tik Tok sono diventati virali. Essere truccate e vestite all’occidentale, ballare al ritmo di hip hop, esporsi pubblicamente diffondendo modelli occidentali, informare le altre ragazze che diventando influencer si può guadagnare: questa la colpa punibile con il carcere e che può essere impugnabile con una ammenda bella salata (300.000 sterline egiziane ovvero circa 13 mila euro).

L’affronto alla cultura islamica

 

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Un post condiviso da حنين حسام | Haneen Hossam (@hanenhosaamofficiall) in data:

Immaginate, influencer e non, cosa possa significare tutto questo. Finire in carcere per una foto o un filmato condiviso sui social. L’L’arretratezza dell’Egitto in questo senso – ancor più quando si tratta di giovani donne – è palese; una cultura musulmana autoritaria e profondamente conservatrice arriva a vietare alle persone la libertà in ogni suo più piccolo aspetto. L’Egitto – considerate anche le vicende di Giulio Regeni e di Patrick Zaki – spicca per la repressione della libertà dei singoli e, quando si tratta di donne, a venire bersagliate sono anche cantanti e ballerine per i contenuto che filmano e postano sui social.

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