Dopo il caso Taylor Swift, i problemi di X si chiamano Drake
La piattaforma non sembra essere in grado di limitare i contenuti sessualmente espliciti e le ultime due vicende lo confermano
08/02/2024 di Enzo Boldi
Perché le persone continuano a cercare contenuti sessualmente espliciti su X? Perché, nonostante le promesse, la piattaforma non è in grado di contrastare questo fenomeno. E, forse, perché questa mancata prontezza di intervento non fa altro che portare popolarità al social network stesso. Perché se è vero che l’app è diventata la più scaricata negli Stati Uniti (negli ultimi due giorni) per via dell’annunciata intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin, è altrettanto vero che in tanti – sempre negli ultimi giorni – hanno utilizzato la piattaforma per cercare video e immagini del cosiddetto “Drake leak”.
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Cosa è successo? In rete stanno circolando delle immagini (in particolare, un video) in cui il noto rapper canadese – all’anagrafe Aubrey Drake Graham – sta compiendo un atto sessuale. Contenuto che ha ottenuto un grande riscontro su X, con hashtag dedicati diventati di tendenza e alcuni frame pubblicati senza alcun intervento repentino da parte della piattaforma. Dunque, ancora una volta, X non si è dimostrata reattiva nella sua reazione per censurare contenuti espliciti (e vietati dalle sue policies).
Drake leak e Taylor Swift, nuovi problemi per X
Come detto, per moltissime ore l’hashtag legato al cosiddetto Drake leak è rimasto al vertice delle tendenze di tutto il mondo: prima negli Stati Uniti, poi in Europa. Come nel caso di quei contenuti – generati con l’AI, dunque deepfake – che mostravano la famosa cantante Taylor Swift nuda. Foto che hanno fatto il giro della rete e che sono state diffuse soprattutto su X. Dunque, anche questo episodio conferma due fattori: X non ha un team di moderatori in grado di controllare e intervenire su ciò che viene pubblicato; X continua a non porre alcuna barriera all’ingresso a contenuti pornografici e sessualmente espliciti.
Anzi, sul social continuano a esistere e a pubblicare delle pagine che – dichiaratamente – condividono contenuti per adulti. E non solo. Alcune di queste, vengono addirittura suggerite dall’algoritmo. E, infine, ce ne sono altre che utilizzano l’hashtag #ad: pubblicizzano contenuti pornografici, spesso con rimandi a OnlyFans. Insomma, anche sei i vertici della piattaforma dicono che i contenuti sono moderati, la realtà racconta una verità differente.