Guerra (Oms): «La regola del doppio tampone negativo è l’unica che esclude ogni rischio»

Il doppio tampone negativo non serve più per dichiarare una persona guarita dal coronavirus? Sembrava questa l’indicazione fornita dall’Oms nella giornata di ieri, con delle linee guida che stabilivano la necessità di tre giorni senza sintomi per poter uscire dalla quarantena (che salgono a dieci giorni, invecee, per gli asintomatici a cui era stato diagnosticato il Covid-19). Invece, Ranieri Guerra – membro del board dell’Oms – sottolinea la ratio del principio stabilito dall’organizzazione mondiale della sanità.

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Doppio tampone negativo, unica regola aurea anche per Ranieri Guerra dell’Oms

Non si deve intendere come una sorta di tana liberi tutti anche per i Paesi più colpiti e che hanno risorse sufficienti per poter seguire la politica del tracciamento e dei tamponi. L’Oms ha pensato a questa formula, pur accettandone i potenziali rischi, proprio per evitare il congestionamento dei Paesi in via di sviluppo che, magari, non hanno risorse sufficienti per effettuare un numero di tamponi elevato anche su persone che vi si sottopongono non per capire se hanno il coronavirus, ma se non ce l’hanno più.

«Quella del doppio tampone è sempre la regola d’oro – dice Ranieri Guerra – perché esclude ogni rischio. Affidarsi invece all’assenza di sintomi comporta dei rischi, sebbene molto bassi. Per questo l’OMS parla di improbabilità. Sta ai singoli governi, poi, capire il da farsi». Per Ranieri Guerra, quindi, l’Italia farebbe bene a proseguire con la regola del doppio tampone negativo, anche perché è uno degli Stati che se li può permettere, a differenza di Paesi come India, Brasile o tutti gli altri dell’America del Sud.

Doppio tampone negativo, l’orientamento dell’Italia

E sarebbe la linea che sta valutando anche il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha chiesto in proposito una valutazione del Comitato tecnico-scientifico in proposito, ma che sembra orientato a proseguire con la tecnica del doppio tampone negativo ancora per un tempo piuttosto lungo, fino a quando il quadro epidemiologico non sarà maggiormente sotto controllo.

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