Impeachment, via libera alle accuse per Trump

13/12/2019 di Redazione

Donald Trump sarà il quarto presidente della storia americana a essere messo in stato d’accusa. Oggi, dopo una concitata riunione in cui sono volati stracci tra democratici e repubblicani, è stata portata a termine la riunione della commissione Giustizia della Camera dei rappresentanti iniziata nella giornata di ieri e successivamente sospesa. Con un margine di 23 voti favorevoli e di 17 voti contrari, infatti, è passata la mozione democratica che chiede la procedura d’impeachment per Donald Trump con le accuse di abuso di potere e di ostruzione al Congresso.

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Donald Trump, passa la procedura per l’impeachment

Ovviamente, i fatti riguardano il cosiddetto Kievgate, ovvero le pressioni esercitate dall’inquilino della Casa Bianca su Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj, il presidente ucraino. Quest’ultimo avrebbe dovuto favorire le indagini su Joe Biden e sul figlio Hunter che era membro di un’importante società ucraina di gas. In questo modo, Trump puntava a indebolire la figura del suo probabile sfidante democratico alle presidenziali del prossimo anno.

Il voto di oggi è stato molto tormentato. I repubblicani, infatti, avevano fatto una dura opposizione per fare in modo che potesse slittare di 14 ore. Tuttavia, nonostante alla maggioranza democratica sia mancato il voto di un membro della commissione (Ted Lieu della California era assente per malattia), l’esito è stato favorevole al percorso della messa in stato d’accusa del presidente Usa Trump.

Cosa succede ora a Donald Trump

Ora, l’inquilino della Casa Bianca dovrà affrontare il voto dell’aula. Si annuncia una settimana di fuoco per il numero uno del governo americano. La votazione sull’impeachment, infatti, si svolgerà la prossima settimana. Trump dovrà convincere i rappresentanti del popolo americano di non aver  usato quasi 400 milioni di dollari in aiuti di sicurezza per la lotta dell’Ucraina contro la Russia per spingere Zelens’kyj a indagare su Biden.

Donald Trump è il quarto presidente Usa a essere sottoposto alla procedura di impeachment. Prima di lui ci sono stati Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998 che, però, furono successivamente assolti dal Senato. Richard Nixon (1974), invece, non permise al senato di pronunciarsi, poiché rassegnò le sue dimissioni prima del voto.

Il presidente Usa ha fatto appello all’unità del partito repubblicano: su Twitter lo ha definito più compatto che mai nella sua storia. Servirà, infatti, un voto unidirezionale da parte dei rappresentanti del popolo americano elette sotto le insegne dell’elefantino per evitare l’onta della rimozione dall’incarico.

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