Salvini dice che la Rai spende migliaia di euro degli italiani per un film su Carola Rackete

Matteo Salvini si preoccupa di un documentario – di livello internazionale, tra le altre cose – sul salvataggio della Sea Watch di un anno fa, portato a termine da Carola Rackete. Secondo il leader della Lega per il documentario Carola Rackete, la Rai starebbe spendendo «decine di migliaia di euro degli italiani». In realtà, la cifra spesa corrisponde circa a 25mila euro per il film di Jonas Schreijäg e Nadia Kailouli, che hanno filmato quella esperienza a bordo della Sea Watch (nel corso della quale sono stati salvati 53 migranti), in prima persona. Un documento potentissimo, che – tra le altre cose – la Rai è riuscita a ottenere anche a un prezzo molto basso rispetto ad altre produzioni televisive. LEGGI ANCHE > Carola Rackete fa quello che i politici italiani non fanno: difende Nello Scavo, minacciato da un ex funzionario del governo di Malta

Documentario Carola Rackete, ma il problema sono i soldi spesi per la Libia

L’obiezione principale che si può fare a Salvini, tuttavia, resta quella legata ai milioni di euro (degli italiani) che i vari governi (quando i ministri dell’Interno erano Marco Minniti, Matteo Salvini e anche adesso con Luciana Lamorgese) hanno impiegato per il cosiddetto memorandum sulla Libia. Negli ultimi due anni, infatti, il nostro Paese è arrivato a spendere quasi 500 milioni di euro per un accordo a 360 gradi con il Paese del Nord Africa, da sempre luogo di partenza dei flussi di migranti. E sappiamo, grazie ai tanti documentari e reportage di giornalisti italiani e stranieri, quanto sia drammatica e disumana la condizione dei campi libici dove sono trattenuti i migranti. Lo ha fatto notare, in risposta a Matteo Salvini, anche il giornalista di Avvenire Nello Scavo, che ha risposto al leader della Lega questa mattina, dopo il tweet sul documentario Carola Rackete: «Abbiamo raccontato e documentato le decine (centinaia) di milioni degli italiani regalati ai libici che imprigionano, torturano, vendono i migranti anche durante il “suo” governo; avete rifinanziato giusto ieri la filiera del contrabbando di uomini (accusa ONU); niente da dire?». Nello Scavo, tra le altre cose, nei giorni scorsi era stato anche oggetto di minacce da parte di un ex funzionario del governo di Malta ed è stato sempre in prima linea nel racconto dell’orrore dei campi di detenzione in Libia e degli accordi del governo italiano con esponenti e mediatori libici anche di dubbia fama (si pensi al caso di Bija, ad esempio).

Documentario Carola Rackete, quanto ci costa il memorandum Italia-Libia

Ma per dare un’idea dei costi del memorandum libico (che fanno impallidire anche i 25mila euro che la Rai avrebbe pagato per il documentario di Carola Rackete) è opportuno ricordare che esistono delle missioni che l’Italia finanzia nel Paese nord africano sia per supporto mezzi, sia per assistenza alla cosiddetta guardia costiera libica, sia per la sicurezza pubblica, sia per il rafforzamento dei confini della stessa Libia. E poi, ancora, le motovedette acquistate, l’addestramento del personale di bordo, i fondi europei che sono stati impiegati per il memorandum. Sul quale, tra l’altro, i dati sono molto parziali. Insomma, se proprio c’è un problema legato all’immigrazione, non è certo nel documentario su Carola Rackete. Come al solito si indica la luna, ma ci si ferma a guardare il dito.

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