La vera storia del «divieto di deodorante» sui mezzi pubblici in Germania

Da qualche giorno sta circolando, tra social e qualche quotidiano, la notizia del divieto deodorante in Germania. Si tratta, secondo le narrazioni, di una campagna avviata dalla Bvg – l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale a Berlino – che, però, non è una vera e propria imposizione. Si tratta, infatti, di una provocazione – come si può capire dai termini e dai toni usati, per sensibilizzare l’uso della mascherina a bordo dei mezzi pubblici (con molti tedeschi che, come accade in tutto il mondo, continuano a non usare).

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Una provocazione, come detto. Non un’imposizione. Insomma, una campagna pubblicitaria per sensibilizzare i fruitori dei mezzi pubblici di Berlino all’utilizzo della mascherina. E lo strumento usato è l’ironia: non utilizzare il deodorante. Perché, con l’odore di sudore (ricordiamo che si tratta di ironia) le persone sono più portate all’uso del dispositivo di protezione per non inalare cattivi odori dal naso.

Divieto deodorante in Germania, la vera storia

«Dal momento che molte persone pensano di indossare bene le mascherine tenendole al di sotto del naso, passiamo alle misure forti», si legge nella campagna pubblicitaria di sensibilizzazione. Poi l’annuncio – ironico – del divieto deodorante in Germani aa bordo dei mezzi pubblici, seguito dall’ultima provocazione: «Allora? Vuoi davvero tenere ancora il naso fuori?».

Castigat ridendo mores

A far comprendere l’intento ironico è anche il lancio social che la Bvg ha realizzato per questa campagna di sensibilizzazione: «Non ci lasciate altra scelta». Castigat ridendo mores, dicevano i latini. Ed ecco che quella vecchia strategia, tipica della commedia antica, viene riproposta per far capire ai cittadini come la mascherina sia uno strumento indispensabile per fermare il domino dei contagi. In particolar modo per quel che riguarda gli affollati mezzi pubblici, sempre affollati da pendolari, studenti e lavoratori.

(foto di copertina: da profilo Twitter di Bvg)

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